Cosa succederà dopo la vittoria di Donald Trump?
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Riceviamo e pubblichiamo integralmente L’Occidente (USA e Europa) è ormai in mano ad una Borghesia reazionaria, basta guardare l’affermarsi di governi di estrema destra in tutti i suoi Paesi. Quella Borghesia che agli inizi del ‘900 dette vita al Fascismo in Italia e al Nazismo in Germania e portò guerre, distruzioni e genocidi. La storia ci insegna che la Borghesia, come classe dominante, quando non riesce più a dividere e persuadere i popoli della bontà del suo dominio reagisce sempre con l’uso della forza brutale e della violenza sociale e politica. (Elbapress)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Volodymyr Zelensky conta sulla misericordia di quanti a Bruxelles e nelle altre capitali occidentali ne hanno condiviso tracotanza e cinismo mentre la guerra mieteva centinaia e centinaia di migliaia di vittime, devastava il Paese, faceva fuggire milioni e milioni di concittadini, compresi i moltissimi renitenti alla leva obbligatoria. (ROMA on line)
Resta certo possibile che alla fine gli spericolati progetti del tycoon (con le insolenti parole di Donald jr. Per stare solo alle ultime prese di posizione, basti pensare (vera o no che sia la telefonata con Putin) alle conseguenze geopolitiche di una possibile “pax russo-americana” siglata sulla testa dell’Ucraina e dell’Ue. (ilmessaggero.it)
Lo tsunami Trump inizia a produrre i propri effetti su tutta la politica internazionale, accelerando processi che erano già in corso, oppure recitando il “de profundis” rispetto a possibili alternative in embrione che avrebbero avuto necessità, per non abortire sul nascere, di una spinta esogena. (LaC news24)
La vittoria schiacciante riportata da Donald Trump nelle elezioni presidenziali della scorsa settimana non è stata una sorpresa per nessuno. La vice presidente Kamala Harris si era rivelata, anzi, uno dei migliori sfidanti tra tutti coloro che quest’anno hanno dovuto affrontare il giudizio delle urne nei paesi industriali avanzati, potendo contare su una campagna elettorale disciplinata, la candidatura storicamente impopolare di Trump e un’economia americana che naviga a gonfie vele. (Corriere della Sera)
Post di Luca Battaglia, laureato in Economia e Finanza Aziendale, appassionato di tematiche politiche e geopolitiche e co-fondatore del blog Pillole di Politica – (Econopoly)
SAN LUIS OBISPO (Usa). “È l’ora di mettere le divisioni degli ultimi quattro anni da parte. È arrivata l’ora di unirci”. Così Donald Trump la sera della recente vittoria al suo secondo mandato. Parole pacate che ricordano quelle espresse subito dopo la prima elezione del 2016. (Notizie Geopolitiche)