Sara Armella: "L'Europa ha una carta contro Trump: colpirlo dove fa più male, sui servizi e sul digitale"
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Far finta di niente è impossibile, negoziare direttamente in ordine sparso sarebbe un disastro, rispondere a dazi commerciali con controdazi controproducente. L’unica strada da percorrere: utilizzare il cosiddetto “strumento anticoercizione” varato dall’Europa nel 2023, e colpire Trump e gli Stati Uniti dove fa più male: nel campo dei servizi e del digitale. È questa la tesi suggerita da una grande esperta come Sara Armella, avvocato specializzato e docente di diritto doganale presso l’Università Bocconi. (L'HuffPost)
Se ne è parlato anche su altre testate
PUBBLICITÀ Dubbi della Bce su come gestire i dazi Usa che potrebbero frenare la crescita dell’Ue e aumentare l’inflazione. Nonostante il rallentamento del commercio e il rialzo dei prezzi, alcuni economisti ritengono opportuni i tagli dei tassi, purché le aspettative d’inflazione restino stabili (Euronews Italiano)
La Ue prepara la sua risposta “senza linee rosse nel catalogo europeo di rappresaglie” ai dazi annunciati dal presidente statunitense Donald Trump a partire dal 2 aprile. (Il Fatto Quotidiano)
Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un’escalation nella guerra dei dazi avviata dagli Stati Uniti nei confronti dell’Unione europea. Gli Stati Uniti il 12 marzo scorso hanno introdotto dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio europei, con una significativa estensione delle misure già introdotte dalla prima amministrazione Trump nel 2018: è stato elevato dal 10 al 25% il dazio sull’alluminio e sono stati colpiti anche prodotti che si limitano a usare componenti in metalli, ampliando la misura ad ampi settori del comparto meccanico e dell’arredamento. (Econopoly)
Il D Day dei dazi - Il 2 aprile è il D Day, dove la D sta per dazi. Mercoledì entreranno in vigore le tariffe contro automobili, acciaio e alluminio volute da Donald Trump contro praticamente il mondo intero, Europa compresa. (EuropaToday)
Ad esempio «guardando a nuovi mercati» per minimizzare l’effetto dei dazi. «Lo vediamo nei rapporti con gli Stati Uniti, ma anche con la Cina: i prodotti agroalimentari sono usati nelle tensioni geopolitiche. (ilmessaggero.it)
Si parla di «coercizione economica» quando un Paese terzo usa (o minaccia di usare) misure che influenzano commercio o investimenti per costringere l’Ue o uno Stato membro a modificare o adottare decisioni politiche, interferendo così con la loro sovranità. (Milano Finanza)