Zelensky al Parlamento Europeo: "Nessuno può stare in acque calme se c'è una tempesta"
Articolo Precedente
Articolo Successivo
"Ogni giorno, ogni oggi è il momento migliore per spingere più forte nei confronti della Russia. Senza il fattore chiave, la Russia non avrà motivazione per impegnarsi in negoziati sensati. Senza incendi nei depositi di munizioni sul territorio russo, senza attacchi alla logistica militare russe, senza basi aeree distrutte, senza perdere la capacità di produrre elettroni e senza che i propri asset vengano confiscati. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Senza incendi nei suoi depositi di munizioni sul territorio russo, senza interrompere la sua logistica militare, senza distruggere le basi aeree russe, e le sue capacità di produrre missili e droni, senza che i suoi beni vengano confiscati”. (Il Fatto Quotidiano)
L’unico modo per spingere la Russia al tavolo dei negoziati e porre fine alla guerra è continuare a colpirla in profondità e mostrare l’unità del fronte occidentale. È il messaggio ribadito questa mattina al Parlamento europeo da Volodymyr Zelensky, nella sessione straordinaria convocata da Roberta Metsola in occasione dei 1.000 giorni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. (Open)
Dalla lotta a chi elude le sanzioni europee alla necessità di armi a lungo raggio; dalle conseguenze della vittoria di Donald Trump alla telefonata di Olaf Scholz a Putin; dalle difficoltà sul campo di battaglia fino al futuro sognato per l'Ucraina quando la guerra sarà finita è un bilancio a tutto campo quello che il console generale d'Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, traccia in un'intervista concessa all'Adnkronos in occasione dei mille giorni da quando ha avuto inizio l'invasione su larga scala da parte della Russia (Adnkronos)
L’Ucraina è un raggio di luce che trafigge l’oscurità”. – “L’Ucraina ha resistito coraggiosamente a 1.000 giorni di brutale invasione su vasta scala da parte della Russia e a quasi 4.000 giorni di aggressione russa. (Agenzia askanews)
L’impegno dei membri di Sant’Egidio in Ucraina, alimentato da una catena di solidarietà che parte dall’Italia e altri paesi europei, ha consentito, tra l’altro, di aprire cinque centri per sfollati interni (3 a Kiev, 1 a Leopoli e 1 a Ivano-Frankivsk) che sostengono 10mila persone al mese, e di inviare medicinali in più di 200 strutture sanitarie nelle regioni orientali e meridionali del paese, maggiormente colpite dalle operazioni belliche. (Avvenire)
Le elezioni presidenziali dello scorso marzo, pur con numeri da prendere con le molle nel contesto di una democrazia controllata, hanno sigillato le crepe fra i vari gruppi di potere all’ombra del Cremlino che erano emerse all’inizio del conflitto e ritornate nelle fasi meno favorevoli. (RSI Radiotelevisione svizzera)