«Trump? Il piano di pace in Ucraina non può diventare una resa»
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Victoria Vdovychenko, co-responsabile del programma presso il Centro di Geopolitica dell’Università di Cambridge e direttrice del programma di studi sulla Sicurezza presso il “Centro per le strategie di difesa”, analizza il probabile approccio che avrà la nuova amministrazione statunitense, guidata da Donald Trump, verso l’Ucraina e l’Europa. «Man mano che il conteggio dei voti procede – dice al Dubbio la studiosa ucraina -, la tanto discussa “mono-unità” a Washington sembra prendere forma. (Il Dubbio)
Ne parlano anche altri giornali
L’uomo che diceva di poter mettere “fine alla guerra ucraina in un giorno solo” è diventato presidente degli Stati Uniti. Di nuovo. (Il Fatto Quotidiano)
Il partito liberale tedesco FDP ha annunciato che tutti i suoi ministri lasceranno il governo di coalizione di Olaf Scholz, dopo il licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner, privando così la Cancelleria della maggioranza alla Camera dei Deputati. (Tuttosport)
Il voto americano visto da Kiev. Gli Stati Uniti finora sono stati fra i primi sostenitori in termini di aiuti militari alla causa ucraina. Come è stata accolta l’elezione di Trump. Servizio di Vito D’Ettorre. (TV2000)
Dopo la promessa in campagna elettorale di porre fine alla guerra in Ucraina, la domanda che tutti oggi si pongono è la seguente: riuscirà a mediare un accordo di pace tra Mosca e Kiev? Solamente il mese scorso Trump aveva affermato di avere un «ottimo rapporto» con il presidente russo Vladimir Putin, mentre in passato aveva promesso che, una volta eletto presidente, sarebbe riuscito a porre fine al conflitto in Ucraina «entro 24 ore». (Corriere del Ticino)
Donald Trump sembra voler ripartire dagli slogan del 2017: «America First» e «sono un pacificatore». Due guerre ancora aperte e con il rischio costante di escalation fuori controllo. (Corriere della Sera)
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