Il riarmo dell’Europa è un enorme stimolo per le economia. Ma solo a determinate condizioni. Ecco quali
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Il riarmo delle nazioni europee va visto come un potenziale enorme stimolo economico. Ma a date condizioni, qui sintetizzate. Prima: sul piano della deterrenza è necessario conquistare la superiorità tecnologica contro qualsiasi possibile avversario perché senza di essa o per lo meno senza la percezione di un costo offensivo troppo alto per un nemico la spesa militare è inutile sul piano geopolitico. (Milano Finanza)
Ne parlano anche altre fonti
Von der Leyen: ReArm Europe? E' diventato un concetto più ampio con il nome Readiness 2030 21 marzo 2025 (Il Sole 24 ORE)
Bonelli (Avs): Rearm Europe cambia nome? Una grande presa in giro, il risultato è lo stesso (Liberoquotidiano.it)
Il vertice europeo ruotava attorno a tre argomenti principali: Ucraina, difesa e competitività. I capi di Stato e di governo dei Ventisette sono riusciti a concentrare nella giornata di ieri, 20 marzo, le discussioni sui numerosi punti in agenda. (Corriere della Sera)
Nel 2025, il budget americano della difesa è di 849,8 miliardi di dollari, quasi tre volte e mezzo quello della Cina (246 miliardi), e quasi sette volte quello della Russia (126 miliardi). I paesi dell’Ue hanno speso, solo nel 2024, 355 miliardi di dollari in armi, quasi il triplo della Russia, a cui si aggiungono le spese del Regno Unito (77,4 miliardi di dollari nel 2025). (Il Fatto Quotidiano)
La decisione di chiamare il piano da 800 mld di euro (stimati) di investimenti nella difesa comune ReArmEu, riarmare l'Ue, è piaciuta assai poco in alcune capitali, specie nell'Europa Meridionale, tanto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del gruppo Ecr, e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez hanno entrambi criticato il nome, con una insolita convergenza di opinioni, notata anche dalla stampa spagnola. (La Stampa)
"La presidente del Consiglio ha una sua perversa coerenza: crede che l'Unione europea debba essere un'entità economica, sbocco per i prodotti italiani, ma non un soggetto politico": l'ex ministro del Lavoro e della Giustizia Andrea Orlando commenta così l'attacco al Manifesto di Ventotene di Meloni in Parlamento. (la Repubblica)