La Cop è finita, anzi no: non c’è accordo sui fondi
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Prima è stata convocata per le 22 di ieri sera. Poi, la riunione plenaria con i delegati di tutto il mondo è stata spostata a questa mattina, segno della distanza tra le parti del negoziato: la Cop29 di Baku, il summit delle Nazioni Unite sul clima, si sarebbe dovuto concludere ieri e invece alle 20.30 … (Il Fatto Quotidiano)
La notizia riportata su altri giornali
Questi sono solo alcuni degli eventi climatici estremi che si sono verificati negli ultimi mesi, ma potremmo andare avanti all’infinito. E ancora le tempeste che hanno colpito il centro America in estate, le ondate di calore in India, le alluvioni in Brasile, gli incendi in Grecia, la siccità al sud Italia. (EconomiaCircolare.com)
Oltre 65mila presenze — seconde solo alle 83mila della Cop28 di Dubai, che si conferma quindi la Cop più partecipata di sempre — hanno animato, in modo davvero sorprendente, la green e la blue zone dello Stadio Olimpico di Baku con decine di migliaia di eventi. (Vatican News - Italiano)
Oggi a Baku si respira un’aria pensante e carica di tensione: la nuova bozza del testo negoziale sul nuovo obiettivo di finanza climatica era attesa (e promessa dalla presidenza) per mezzogiorno (ora locale) ma tarda ad arrivare. (il Dolomiti)
La chiusura prevista per venerdì 22 novembre è stata spostata a sabato 23. In bilico, durante i negoziati, la Cover decision, la consueta decisione quadro di natura politica, che fa da ombrello alle intese sull’implementazione dell’Accordo di Parigi. (Il Sole 24 ORE)
Il tema centrale è quello della “finanza climatica”, il sostegno che gli Stati ricchi sono chiamati a fornire agli altri affinché compiano una transizione verde abbandonando le energie fossili e facciano fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici: dai 100 miliardi di dollari annui attuali, la proposta è quella di passare a 250 entro il 2035. (rsi.ch)
Nel discorso di apertura riservato alla nazione ospitante, il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha prima respinto l’etichetta di “petro-Stato” e poi ha definito i combustibili fossili «un regalo di Dio», come il vento e l’erba, doni di cui è insensato vergognarsi. (Corriere della Sera)