In Europa crolla il sostegno a Kiev: “Negoziati al posto delle armi”

In Europa crolla il sostegno a Kiev: “Negoziati al posto delle armi”
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La Stampa ESTERI

BRUXELLES. Quando i 27 ambasciatori Ue si sono riuniti per preparare il Consiglio europeo della scorsa settimana, i rappresentanti di Estonia e Lettonia hanno preso la parola per esprimere il loro disappunto per il linguaggio utilizzato nelle conclusioni del vertice. I baltici avrebbero voluto scrivere nero su bianco che «l’Ucraina dovrà prevalere» - una formula che l’Alto Rappresentante Kaja Kallas continua a utilizzare nei suoi discorsi - ma gli altri governi hanno scelto di riposizionarsi su una formula diversa: «La Russia non dovrà prevalere». (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

Una data cerchiata in rosso sul calendario della diplomazia internazionale. Il prossimo gruppo di contatto è fissato per il 9 gennaio, in Germania, e vedrà a partecipazione di oltre 50 Paesi, inclusi i 32 dell’Alleanza atlantica e il segretario della Difesa americano Lloyd Austin, in quello che sarà uno dei suoi ultimi incarichi ufficiali. (L'Opinione)

A mostrarlo è un sondaggio dell’istituto YouGov pubblicato dal quotidiano britannico Guardian, condotto tra il 3 e il 18 dicembre su un campione di migliaia di persone in sette Paesi: Svezia, Danimarca, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia e Italia. (Il Fatto Quotidiano)

È quanto emerge da un sondaggio condotto da YouGov in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Danimarca e Gran Bretagna. Il sostegno per una soluzione alternativa del conflitto aumenta di pari passo in ogni Paese. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Tra i cittadini europei crolla il sostegno alla guerra contro la Russia

Il sondaggio è stato condotto tra il 3 e il 18 dicembre ed evidenzia un crescente scetticismo riguardo al prolungato sostegno militare a Kiev mentre con ripetuti rovesci per Kiev continua la guerra con la Russia (Contropiano)

Rimini, rifugiato accoltella 4 persone. Un carabiniere aggredito lo uccide: indagato. (La Verità)

Al contrario, in Svezia, Danimarca e Regno Unito il sostegno alla guerra resta prevalente, ma in calo rispetto a gennaio 2024. In Italia, il 55% degli intervistati preferisce il dialogo, contro il 15% favorevole al conflitto prolungato. (L'INDIPENDENTE)