Cop29, l’accordo green è un miliardario abisso di fuffa
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Sparate incredibili, l’apologia dei combustibili fossili, Ronaldinho, le solite promesse ideologiche senza un vero progetto di fondo. Possiamo riassumere con queste parole chiave la Cop29 che si è conclusa ieri a Baku, capitale dell’Azerbaigian nonché regno del fossile. I Paesi partecipanti hanno firmato un accordo per iniettare almeno 300 miliardi di dollari all’anno nella lotta contro il cambiamento climatico, con l’obiettivo di aiutare le nazioni povere a far fronte alle devastazioni del riscaldamento globale (Nicola Porro)
Se ne è parlato anche su altri media
Il titolo della serata, come sempre perfettamente indicativo del relativo contenuto, è stato “La porta aperta – Etica e Finanza nella leadership di genere”: al centro del dibattito e protagonista delle condivisioni di storia personale regalate al pubblico da alcuni relatori, particolarmente di alcune professioniste dello stesso Pavia e Ansaldo, c'era il valore della diversità di genere nelle best practice di importanti realtà finanziarie quali AXA IM e Comgest. (Il Giornale d'Italia)
Le sue parole, rilasciate dalla Casa Bianca in una nota, segnano il risultato raggiunto, davvero molto sofferto e frutto di negoziati senza sosta lungo giorni tumultuosi. Milano, 24 nov. (Agenzia askanews)
A Baku viene approvato anche il mercato internazionale del carbonio, che permetterà agli Stati di investire in progetti di decarbonizzazione all'estero. (L'Unione Sarda.it)
L’ammontare dello stanziamento sostituisce il precedente pari a 100 miliardi l’anno previsto dall’Accordo di Parigi. È uno dei punti principali dell’accordo raggiunto a Baku, in Azerbagian, alla 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. (Vatican News - Italiano)
IL SUMMIT DI BAKU è Cop29, l’incontro negoziale delle Nazioni unite sul contrasto al riscaldamento globale. (il manifesto)
Fumata bianca a Baku. I negoziatori internazionali al vertice annuale sul clima hanno raggiunto un accordo che aumenta l’assistenza finanziaria alle nazioni povere a circa 300 miliardi di dollari all’anno nel prossimo decennio. (EuropaToday)