Cosa bisogna sapere della causa della PTPA al tennis mondiale

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L'Ultimo Uomo SPORT

(copertina) Foto IMAGO / AAP Il 18 marzo la PTPA, acronimo di Professional Tennis Players Association, ha deciso di andare in tribunale contro praticamente tutte le associazioni principali del tennis come WTA, ATP, ITF e persino l’ITIA, già protagonista del caso Clostebol per il numero uno del mondo Jannik Sinner. L’accusa essenzialmente è quella di formare un “cartello” (sic), impegnato a raccogliere i proventi generati dai tennisti stessi ma che è al contempo incapace di difendere i loro veri interessi. (L'Ultimo Uomo)

Se ne è parlato anche su altre testate

Ecco quali sono i tennisti e le tenniste che potrebbero dare una svolta importante alla loro carriera ed entrare nelle statistiche del Slam 2025. (Ultime notizie dall'Italia e dal mondo)

Il tennista australiano, insieme a Djokovic e l’associazione PTPA, ha denunciato le principali istituzioni del tennis mondiale , spiegando a Sky Sports gli obiettivi del movimento e le motivazioni che li hanno spinti a compiere un gesto così radicale. (Eurosport IT)

Nick Kyrgios torna a far sentire la sua voce e lo fa schierandosi in prima linea nella battaglia della Ptpa, l’associazione dei giocatori fondata da Novak Djokovic e Vasek Pospisil per contrastare il dominio delle istituzioni che governano il tennis. (MOW)

La PTPA (fondata da Djokovic) chiede l'avvio di un processo contro ATP, WTA e ITF: il motivo

Attraverso un comunicato di 163 pagine la PTPA afferma che "i tennisti professionisti sono intrappolati in un gioco truccato" che conferisce loro "un controllo limitato sulle proprie carriere e sui propri marchi". (Eurosport IT)

Latina (Lt) – Proseguono gli appuntamenti del Professional Acting Workshop, l’iniziativa esclusivamente dedicata a giovani attori e appassionati di teatro e cinema. di Dina Tomezzoli (La Torre Oggi)

Per questo l'associazione nelle ultime ore avrebbe chiesto l'avvio di un procedimento presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti a New York. Le accuse sono quelle di «limitare le possibilità di guadagno degli atleti». (ilmessaggero.it)