La fragilità di una nazione

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Avvenire ESTERI

Non è sbagliato chiedersi se la violenza sia nelle “vene d’America”, come molti suoi scrittori – e il suo cinema – hanno raccontato, creando un immaginario in cui la sparatoria al comizio di un candidato per la Casa Bianca sconvolge ma non sorprende. Il recente e discusso film “Civil War”, centrato proprio su uno scontro intestino ai nostri giorni tra stati fedeli al presidente e Stati decisi a perseguire una secessione, è stato non troppo lontanamente ispirato dalla contesa tra le due anime di un Paese che sabato pomeriggio ha fatto un altro passo verso la frattura politica non ricomponibile. (Avvenire)

Ne parlano anche altri giornali

Alessia De Luca Ispi (rtl.it)

Però etichette e semplificazioni sono pericolose. Si dimentica così che violenza e politica vengono gemellate nel pensiero e nella pratica degli anarchici russi e italiani nell’Ottocento e nel primo Novecento. (Corriere della Sera)

La sua leadership, caratterizzata da politiche polarizzanti e retorica incendiaria, sprezzante, spesso rozza e degna di «House of Cards», ha diviso il Paese in modo profondo, portando i suoi sostenitori più fanatici ad assaltare il Campidoglio nel gennaio 2022. (L'Eco di Bergamo)

Donald Trump, perché ora dovrebbe moderarsi

Rap Brown sosteneva negli anni Sessanta che "la violenza è parte della cultura americana, è americana tanto quanto la torta di ciliegie". Paladini della democrazia, vittime di una catastrofe anche simbolica come il crollo delle Torri Gemelle, gli Stati uniti hanno sempre attraversato la storia proclamando che l’alba è vicina, ma in bilico sulle tenebre. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se dovessimo scegliere una data “periodizzante” per l’inizio della fine dell’Impero Americano, dovremmo optare per quella, mentre se dovessimo indicare un aspetto eclatante in cui si è manifestata apertamente dovremmo ricordare la gestione criminale dell’emergenza pandemica sotto Trump, o l’incapacità degli USA di superare il razzismo strutturale derivato dal proprio “passato” schiavistico. (Contropiano)

Chi se non lui ha legittimato ogni tipo di eccesso verbale – gli immigrati messicani stupratori ad esempio – per non parlare dell’assalto a Capitol Hill (Milano Finanza)