Gisèle Pelicot, la sentenza contro il marito cambia (finalmente) il lato della vergogna
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Una violenza continua subita per oltre dieci anni, i cui dettagli hanno riempito le pagine dei giornali di tutto il mondo. Una storia che non può non lasciare il segno in ognuno di noi per la sua crudezza. Quella di Gisèle Pelicot, donna 72enne che ha denunciato quella che lei stessa definisce "la banalità dello stupro". L'ordinarietà delle violenze subite e di coloro che le violenze le hanno commesse e perpetrate. (DiLei)
Se ne è parlato anche su altri giornali
La sentenza, che può arrivare fino a 20 anni di reclusione, non è ancora stata pronunciata; verrà resa nota in un secondo momento. Un tribunale francese ha dichiarato giovedì l’ex marito di Gisèle Pelicot colpevole di stupri aggravati e di tutte le altre accuse a suo carico. (rsi.ch)
Non ha voluto cambiare nome Gisèle. Gisèle aveva scelto la luce, quattro mesi fa: le luci delle telecamere, la pubblicità delle udienze, le porte aperte. (ilmessaggero.it)
Min lettura (Valigia Blu)
«Merci Gisèle» è scritto su uno striscione appeso nella notte sulle antiche mura della città dei Papi. Gisèle Pelicot arriva scortata da agenti, tra la folla che l’applaude. (la Repubblica)
Se il 2024 ha avuto una “persona dell'anno”, questa è stato sicuramente Gisèle Pelicot. L'immagine della donna 72enne seduta con la schiena dritta in un'aula di tribunale francese mentre i suoi 50 stupratori venivano condannati, rimarrà indelebile tanto quanto i fatti del processo di Avignone sono inenarrabili. (Vogue Italia)
Grazie, Gisèle Pelicot, per aver affrontato il processo con determinazione, a testa alta e a porte aperte. Per aver mostrato a tutti e tutte che il male non ha le sembianze di un mostro: è comune, ordinario, persino banale. (Il Fatto Quotidiano)