Israele, 'le parole di Harris danneggiano negoziati su ostaggi'

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Il Messaggero Veneto ESTERI

Le dichiarazioni della vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris sulla "grave crisi umanitaria" a Gaza e la necessità di "porre fine alla guerra" danneggiano le trattative per il rilascio degli ostaggi e sono "da respingere entrambe". Lo ha detto, citato dai media, un funzionario israeliano secondo cui nell'incontro fra la numero due della Casa Bianca e il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha offerto ad Harris un resoconto "dettagliato e fattuale" della situazione sul campo a Gaza che ha contraddetto le affermazioni della vicepresidente "sulla crisi alimentare, la sofferenza dei civili e l'elevato numero di innocenti uccisi". (Il Messaggero Veneto)

Ne parlano anche altre fonti

Partiamo dall'etimologia: l'espressione "dick pic" deriva dall'inglese e, nello specifico, dal connubio delle parole "dick", "pene", e "pic" (abbreviativo di "picture"), "fotografia". Si tratta, dunque, di una foto dei genitali inviata da parte di un uomo (nella maggior parte dei casi) a una donna che non ne ha fatto richiesta. (Roba da Donne)

La candidata democratica alla Casa Bianca: "Ciò che è accaduto a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante. Non possiamo distogliere lo sguardo di fronte a queste tragedie. (Fanpage.it)

Parole forti quelle usate dalla vicepresidente Usa, Kamala Harris, candidata democratica alle presidenziali, durante l’incontro con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Ed è il momento di chiudere un accordo”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Kamala Harris assicura che «non resterà in silenzio» di fronte alle sofferenze di Gaza

Nella notte italiana fra giovedì 25 e venerdì 26 luglio, esattamente a mezzanotte, Kamala Harris ha fatto il suo debutto su TikTok: una clip brevissima, meno di 10 secondi, perfetta per sposare la rapidità tipica della piattaforma, in cui la vicepresidente degli Stati Uniti e candidata dei Democratici alle prossime elezioni presidenziali dice semplicemente “Ho sentito che ero finita nei Per Te, e quindi ho pensato che era ora di esserci di persona”. (la Repubblica)

Non ci si aspettavano grandi novità dal discorso del premier israeliano Bibi Netanyahu al Congresso statunitense di due giorni fa e in effetti si è sentito molto poco oltre al solito trito impasto di retorica roboante, alla difesa della sua volontà di continuare la guerra a ogni costo – presentata come una battaglia del bene contro il male – e alla sua smaccata preferenza per una vittoria di Trump alle prossime elezioni. (Avvenire)

Il presidente americano Joe Biden ha espresso al premier israeliano Benjamin Netanyahu la necessità di «finalizzare l'accordo di tregua il prima possibile e portare a casa gli ostaggi». «Il presidente ha espresso la necessità di colmare le lacune rimanenti, finalizzare l'accordo il prima possibile, riportare a casa gli ostaggi e giungere a una fine duratura della guerra a Gaza (Corriere del Ticino)