Israele, attacco al nucleare dell'Iran? Perché è possibile e perché è improbabile

Israele, attacco al nucleare dell'Iran? Perché è possibile e perché è improbabile
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Adnkronos ESTERI

Tutte le opzioni sono sul tavolo, fa sapere l'esercito di Israele che prepara una nuova rappresaglia contro l'Iran per l'attacco del primo ottobre - il secondo dopo quello dello scorso aprile - con oltre 180 missili scagliati dalla Repubblica islamica. La risposta dello Stato ebraico ci sarà, ha assicurato il premier Benjamin Netanyahu, che ha tuonato: "L'Iran ha commesso un grosso errore e pagherà per questo", mentre il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha assicurato che "agiremo nel momento e nel luogo che sceglieremo". (Adnkronos)

Ne parlano anche altri giornali

Qabisi, Aqil, Shukr, Karaki, al-Tawil, Samir, Srour, Abdullah, Nasser. Poi, ieri, Nasrallah. (ilmessaggero.it)

E’ di almeno sei morti e sette feriti l’ultimo bilancio di un raid aereo israeliano che ha colpito alle prime ore di oggi un palazzo nel centro di Beirut. Lo riportano i media libanesi. Israele ha confermato un raid mirato nella capitale libanese. (Il Sole 24 ORE)

«Gli uomini della missione Unifil sono attrezzati per il presidio dei confini, il supporto all’esercito libanese e il pattugliamento del territorio non per il combattimento che non rientra nel loro mandato. (Italia Oggi)

Meloni convoca il G7, ma può poco

L’impressione di una spirale infernale, in cui ciascuno restituisce colpi all’impazzata senza calcolarne le conseguenze, deve però essere seguita da un bilancio più preciso. Chi avrebbe detto che un anno dopo la strage del 7 ottobre saremmo precipitati fino a questo punto? Il conflitto in Medio Oriente sembra sfuggito di mano a tutti i protagonisti: Israele, l’Iran con la sua galassia di organizzazioni terroristiche, l’America. (Corriere della Sera)

Folla in piazza Imam Hussei ieri a Teheran per festeggiare i raid su Israele - Ansa (Avvenire)

All’uscita del Cdm la premier convoca il G7, di cui è presidente di turno, per un summit telefonico mentre Tajani fa a sua volte il punto con i ministri degli Esteri di Usa, Regno Unito, Francia e Germania. (il manifesto)