La Segre si ritira Memoria a rischio - L'Editoriale, Milano

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L'Eco di Bergamo INTERNO

Per la stanchezza e per non sentire i lamenti di quelli che venivano mandati al gas.

Senza emozioni, senza più seno, senza mestruazioni, spesso senza mutande.

La macchina dell’odio è sempre in agguato e le testimonianze come quelle della senatrice a vita Liliana Segre, che ieri si è lasciata andare a dettagli mai riferiti prima, sono il migliore antidoto.

Io non volevo vedere, non volevo sapere chi andava al forno crematorio. (L'Eco di Bergamo)

Ne parlano anche altri giornali

È la serenità, antica e tenace, del paesaggio toscano, unita a quell'altra sensazione di limpidezza che si riceve dai giovani, che cercano un proprio domani, con cocciuta semplicità. Che la memoria della Shoah, portata per trent'anni dalla Segre nelle scuole d'Italia, approdasse qui, è una testimonianza nella testimonianza. (Il Sole 24 ORE)

La senatrice a vita racconta tutto l’orrore che ha dovuto affrontare in campo di concentramento, invitando a non essere indifferenti. 4' di lettura. «Ad Auschwitz ero solo il numero 75190». «Con le leggi razziali divenni invisibile». (Il Sole 24 ORE)

So cosa vuol dire essere respinti” “Come ho detto il primo giorno in cui sono entrata in Senato, io sono stata clandestina sulle montagne per rifugiarmi con mio padre in Svizzera. So cosa vuol dire essere respinti. (Corriere TV)

anni Liliana Segre testimonia pubblicamente per l’ultima volta la sua storia da Rondine, la Cittadella della Pace, nell’Aretino. Però possiamo sempre scegliere, come la Segre adolescente quel giorno, davanti al suo aguzzino ormai inerme. (Avvenire)

La sezione di Trani di Anpi, nella persona del presidente Vincenzo Dicugno si associa ai ringraziamenti per la grande opera di testimonianza e insegnamenti che Liliana Segre ci ha voluto donare. Ero a tavola con mio papa e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. (Radiobombo)

Ho avuto il privilegio di stringere la mano di Liliana Segre. Liliana Segre, da 70 anni , gira per le scuole d’Italia a parlare ai ragazzi. (La Stampa)