Morta in Svizzera la 51enne che aveva chiesto il fine vita, la conferenza stampa con Cappato, Gallo e gli attivisti che l’hanno accompagnata: la diretta

Morta in Svizzera la 51enne che aveva chiesto il fine vita, la conferenza stampa con Cappato, Gallo e gli attivisti che l’hanno accompagnata: la diretta
Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
Il Fatto Quotidiano INTERNO

Ines (nome di fantasia), donna lombarda di 51 anni, affetta da quasi vent’anni da sclerosi multipla, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. È stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a “Soccorso Civile”, l’Associazione che fornisce l’assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è presidente e responsabile legale Marco Cappato (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri media

Dal 2007 conviveva con… Ma voleva che la sua morte fosse un’esperienza piacevole, «perché lottiamo tutta la vita per vivere bene — diceva — e dobbiamo farlo anche per morire bene». (La Repubblica)

Su questo tema, nella seduta di questa mattina (martedì 30 luglio) sono stati auditi i promotori, ovvero i rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che il 14 marzo scorso hanno depositato presso la presidenza del Consiglio regionale la proposta di legge regionale supportata da oltre 10mila firme autenticate. (gonews)

L’ennesimo caso di un malato che non riesce a farsi riconoscere un diritto sancito dalla Corte costituzionale. E così “Ines”, 51enne lombarda e affetta da quasi vent’anni da sclerosi multipla, ha deciso di andare in Svizzera per poter accedere al fine vita medicalmente assistito. (Il Fatto Quotidiano)

Suicidio assistito, la proposta di legge arriva in Regione

Aveva chiesto di poter accedervi in Italia già a maggio, si era sottoposta alle verifiche necessarie ma, in mancanza di una risposta definitiva da parte della Asl, ha deciso di varcare il confine per mettere fine a sofferenze insopportabili. (IL GIORNO)

“Non deve mai più accadere che una persona che ha diritto a essere aiutata a terminare la propria a vita senza soffrire, debba invece essere costretta ad andare come in esilio in un altro paese per riuscire a ottenere davvero questo diritto solo per i ritardi della burocrazia del proprio paese”. (Il Sole 24 ORE)

L’atto si pone l’obiettivo di definire il rispetto e la diretta applicazione, relativamente a ruoli, procedure e tempi del servizio sanitario nazionale e regionale, di verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalle sentenze della Corte Costituzionale. (LA NAZIONE)