Leopardi - Il poeta dell'infinito : si può raccontare Leopardi senza gobba?
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Partiamo dalla scelta più dirompente: rappresentare Giacomo come un bel giovane, senza gobba (l’interprete è il bravo Leonardo Maltese). È una decisione audace e comprensibile. Concentriamoci sull’interiorità, sembrano dirci gli sceneggiatori, e non sulla fisicità, che rischia di trasformarsi in cliché. L’intento è nobile: evitare di ridurre Leopardi a uomo vittima del suo corpo e delle sue sofferenze fisiche, spostando l’accento sul genio del pensiero e sull’universalità della sua poesia. (Vanity Fair Italia)
Ne parlano anche altre fonti
Gli occhi degli anconetani sono stati incollati al piccolo schermo per le due serate in cui su Rai Uno è andata in onda la miniserie targa Sergio Rubini su Giacomo Leopardi "Il poeta dell’infinito", un successo per il contenuto e il talento di attori e comparse, oltre che per la bellezza dei luoghi riconosciuti da tutti. (il Resto del Carlino)
«La tipografia è bellissima: voglio essere seppellito lì». Mio padre, infatti, era stampatore a mano, quindi ritrovarmi a girare quelle scene all'interno dell'Antica Tipografia Portoghese di Altamura è stato un modo per tornare alle origini e sognare un po'. (ilgazzettino.it)
Le riprese hanno toccato luoghi iconici della città leopardiana, come Casa Leopardi, la Piazzuola del Sabato del Villaggio, Via Falleroni e Porta San Filippo, offrendo al pubblico un viaggio visivo attraverso i paesaggi marchigiani. (Radio Erre)
Tra le comparse era presente l’architetto Bernardino Novelli, (Bherny) dipendente dell’ufficio tecnico del comune di Grottammare, ma noto, soprattutto, come cantante, interprete delle canzoni di Zucchero, front man della band Sugar Friends. (il Resto del Carlino)
Il regista, Sergio Rubini, ha deciso di girare alcune scene tra i borghi della nostra provincia come Recanati, Macerata e Potenza Picena. Vetrina nazionale per la giovanissima potentina Bianca Barberini, che è apparsa come attrice nella miniserie televisiva "Leopardi - Il Poeta dell’Infinito", andata in onda martedì sera su Rai 1. (il Resto del Carlino)
Sergio Rubini per il suo Leopardi, il poeta dell’infinito (Rai 1, martedì e ieri in prima serata) ha fatto una scelta precisa: lo fa raccontare da Antonio Ranieri sotto l’effetto dell’emozione per la prematura morte dell’amico fraterno e della disperazione per dargli degna sepoltura in una Napoli del 1837 in piena epidemia di colera con i morti che senza funerale venivano gettati in fosse comuni. (Avvenire)