Il Gattopardo, il confronto tra gli attori del cast della serie tv Netflix e del film del 1963. FOTO

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/10 Netflix e Webphoto È disponibile su Netflix la serie tv Il Gattopardo, che adatta per la 2° volta il famoso romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Mettiamo a confronto gli interpreti della pellicola del 1963 diretta da Luchino Visconti e dello show appena uscito, per la regia di Tom Shankland. Il confronto tra i due cast evidenzia scelte attoriali diverse, con interpreti moderni che raccolgono l'eredità di grandi nomi del passato. (Sky Tg24 )

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Da quando Netflix ha annunciato che avrebbe realizzato una miniserie tratta dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un po' tutti si sono interrogati sul fatto che fosse opportuno o meno rimettere mano a una storia già mirabilmente trasposta sul grande schermo da Luchino Visconti nel 1963 (Vanity Fair Italia)

Ecco le spettacolari location de Il Gattopardo, la serie Netflix del 2023 ispirata al capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Panorama)

Che l’uscita della nuova serie adattamento de Il Gattopardo avrebbe scatenato polemiche e puntualizzazioni da parte degli amanti dell’originale romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa era ampiamente prevedibile, che anche la Rai si tuffasse nella “caciara” invece è una sorpresa delle ultime ore. (Best Movie)

«Bellissimo, non riesco a smettere di guardarla», «Un colossal», «La fotografia è incredibile e sontuosa». (leggo.it)

Netflix riporta sullo schermo una delle storie più affascinanti della letteratura italiana con la nuova serie Il Gattopardo e un cast di attori straordinario. (Io Donna)

Senza infierire, ma facciamoli questi paragoni, perché no? Il ricco «Gattopardo» su Netflix e in tutto il mondo, dell’inglese Tom Shankland, regista di 4 episodi su 6, combatte con tutte le sue forze «contro» il capolavoro del ‘63 di Luchino Visconti, di Tosi, Rotunno, Rota, Verdi, e di Goffredo Lombardo che ci investì oltre 3 miliardi, vinse la Palma d’oro a Cannes, commosse Scorsese che se ne ricordò nell’«Età dell’innocenza». (Corriere della Sera)