Perché Trump vuole prendersi la Groenlandia e il canale di Panama

Perché Trump vuole prendersi la Groenlandia e il canale di Panama
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Valigia Blu ESTERI

Min lettura Quando nelle scorse settimane è circolata la notizia della volontà di Trump di prendere il controllo della Groenlandia e del canale di Panama, due territori con una loro giurisdizione e che non fanno parte degli Stati Uniti, chissà in quanti hanno pensato a una boutade. E invece è tutto terribilmente serio. E anzi potrebbero essere rappresentative del tipo di politica estera che il neopresidente USA vorrà perseguire. (Valigia Blu)

Ne parlano anche altri giornali

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, rassicura tutti dopo le parole di Donald Trump sull’annessione della Groenlandia agli Stati Uniti: “Questo non accadrà e quindi non c’è motivo di dedicarci del tempo”. (Il Fatto Quotidiano)

“Lo ripeto: la Groenlandia appartiene al popolo groenlandese. Il nostro futuro e la lotta per l’indipendenza sono affari nostri”. Risponde ancora una volta senza mezzi termini Mute Egede, il capo del governo dell’isola artica, ufficialmente parte del Regno di Danimarca, dopo le esternazioni del futuro presidente americano Donald Trump che nella conferenza stampa di ieri ha avvisato la Groenlandia e Panama di puntare all’annessione dei due territori anche se questo implicasse il ricorso all’uso della forza militare. (Servizio Informazione Religiosa)

Non sono solo parole oscene, le sue. Potrebbe essere una vera minaccia o una prima mossa negoziale; a prescindere da quel che ha in serbo il futuro, le boutade del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump riguardo a Groenlandia, Panama e Canada avranno conseguenze concrete. (La Stampa)

Panama e Groenlandia: ecco perché le pretese di Trump non sono così assurde

La Groenlandia è un'enorme isola situata nell'estremo nord dell'Oceano Atlantico, tra il Canada e l'Europa. Anche se spesso è associata all'Artico e a distese di ghiaccio, la Groenlandia è molto più di un deserto bianco e freddo. (Studenti.it)

Nella giornata di ieri il premier groenlandese, di origine inuit, ha incontrato per la prima volta il re di Danimarca Federico X a Copenaghen, una visita annunciata lunedì scorso, ma restata in forse fino all’ultimo «per impegni del sovrano». (il manifesto)

Come allora le uscite di Donald Trump venivano liquidate come provocazioni, se non apertamente derise come le farneticazioni di un pazzo, tranne poi, a distanza di mesi o anni, dimostrarsi tutt’altro che assurde – ricorderete il duro atto d’accusa alla Germania di essere dipendente dalla Russia per il gas – così oggi le recenti dichiarazioni del presidente eletto, in particolare quelle su Panama, Groenlandia e Canada, vengono accolte qui in Europa con incredulità mista a sarcasmo, denotando una visione miope e velleitaria. (Nicola Porro)