Prestiti bancari in calo e aumenta il rischio di infiltrazioni criminali: più colpito il Nordest

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QuiFinanza ECONOMIA

Continuano a diminuire i prestiti bancari alle aziende, che negli ultimi anni hanno visto un calo del 27% a livello nazionale, corrispondente a una diminuzione di 247 miliardi di euro di prestiti vivi in essere. Un trend che secondo l'Ufficio studi della Cgia di Mestre rischia di alimentare la crescente presenza delle organizzazioni criminali nell'economia reale. Calano i prestiti e aumentano i rischi infiltrazioni, i motivi Stando al report della Cgia, nell'ultimo anno i prestiti alle imprese sono diminuiti del 4,7% (pari a una riduzione di 32,2 miliardi di euro in termini assoluti). (QuiFinanza)

La notizia riportata su altri media

Continua, pertanto, la riduzione dei prestiti bancari alle aziende che negli ultimi 12 anni2 a livello nazionale ha registrato una caduta del 27 per cento, pari a -247 miliardi di euro di impieghi vivi in essere. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Nell’ultimo anno gli impieghi vivi alle imprese sono diminuiti del 4,7 per cento (in termini assoluti -32,2 miliardi di euro), ma a Nordest la contrazione è stata molto pesante, addirittura del 7,4 per cento (-14 miliardi). (lanuovapadania.it)

Nell'ultimo anno gli impieghi vivi alle imprese sono diminuiti del 4,7% (in termini assoluti -32,2 miliardi di euro), ma a Nordest la contrazione è stata molto pesante, addirittura del 7,4 (-14 miliardi). (Il Messaggero Veneto)

Banca d’Italia: meno prestiti per le piccole imprese, sale il rischio infiltrazioni criminalità. Liguria sotto osservazione

Stando ai dati, in un anno nel Friuli Venezia Giulia i prestiti sono passati da 15,5 a 13,8 miliardi di euro, per una contrazione del 10,3%, pari a quasi 1,6 miliardi. (Telefriuli)

NEL NORD ALLERTA MASSIMA A TRIESTE, NOVARA, TRENTO E SAVONA (CGIA)

Continua, pertanto, la riduzione dei prestiti bancari alle aziende che negli ultimi 12 anni a livello nazionale ha registrato una caduta del 27%, pari a -247 miliardi di euro di impieghi vivi in essere. (La Repubblica)