7 ottobre: tensione spinge petrolio, Wti a 75,4 dollari

7 ottobre: tensione spinge petrolio, Wti a 75,4 dollari
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Tiscali Notizie ECONOMIA

Il prezzo del petrolio torna a salire a fronte del crescere della tensione in Medio Oriente: il Wti con consegna a novembre è scambiato a 75,43 dollari al barile, ai massimi da agosto, con un aumento dell'1,41% mentre il Brent è scambiato a 78,89 dollari al barile con una crescita dell'1,08%. . (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altre testate

L’aria di guerra in Medio Oriente si fa più rovente con gli attacchi aerei israeliani che hanno scosso Beirut nella sua missione contro Hezbollah e da una parte mantiene il prezzo del petrolio poco sotto i massimi, dall’altra gli investitori si rifugiano sul dollaro. (FIRSTonline)

L’attacco missilistico dell’Iran su Israele del 1° ottobre ha riproposto all’attenzione del mondo intero la centralità del petrolio negli equilibri economici e politici internazionali. Il petrolio ha subito una impennata a New York dopo le improvvide dichiarazioni di Biden sul fatto che Usa-Israele all’Iran sono orientati a colpire le installazioni petrolifere di Teheran. (Contropiano)

Il greggio Usa supera i 76 dollari (Wti +2,6% a 76,29 dollari al barile). Non si arresta il rally del prezzo del petrolio mentre si attendono gli sviluppi delle tensioni in Medio Oriente. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Israele-Iran, lo stretto di Hormuz e l'impatto economico della guerra nella via del petrolio

A seguito dei massicci attacchi notturni dell’Iran contro Israele, il rischio di un’escalation diretta tra i due paesi è aumentato notevolmente e potrebbe avere conseguenze terribili per la regione. Guerre e petrolio riaccendono le paure sull’inflazione (Start Magazine)

Dopo settimane di calma, l’ultima escalation mediorientale ha infine smosso le quotazioni dell’oro nero. Venerdì sera il presdente americano Biden ha suggerito a Tel Aviv di “pensare alternative” all’attacco ai pozzi di petrolio iraniani. (la Repubblica)

Per la prima volta nel 2024 l’Iran ha attaccato Israele, due volte, la seconda delle quali andando ben oltre un’azione dimostrativa. Sembra avvicinarsi una resa dei conti nella regione più fragile e incendiaria del mondo. (Corriere della Sera)