Intelligenza artificiale, appello di imprese e ricercatori europei: Serve una svolta

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'Un cambiamento di rotta' dell'Ue sull'Intelligenza artificiale per non 'restare esclusa dai grandi benefici di una tecnologia aperta in grado di accelerare la crescita economica e la ricerca'.... Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Se ne è parlato anche su altre testate

L’ex premier italiano è intervenuto a gamba tesa con il suo rapporto sulla competitività europea, scrivendo che «sebbene le ambizioni del Gdpr (regolamento per privacy, ndr) e dell'AI Act (regolamento per l’Intelligenza artificiale ndr, ndr) dell'Ue siano lodevoli, la loro complessità e il rischio di sovrapposizioni e incongruenze possono minare gli sviluppi nel campo dell'AI da parte degli attori dell'industria dell'Ue». (Corriere della Sera)

Lettera aperta alla Ue da parte di una trentina di aziende, compreso il gigante del tech Meta (Facebook, Instagram), ricercatori e associazioni, per chiedere chiarezza sull’AI Act. Il nuovo corso europeo più soft verso le Big Tech? (Key4biz.it)

Nel frattempo si fanno i conti con i vantaggi e con i rischi, che sono molteplici. Milano — L’intelligenza artificiale è una rivoluzione che ha cambiato (e cambierà) il nostro modo di essere. (la Repubblica)

Gros-Pietro: “In Europa troppe regole frenano l’intelligenza artificiale”

”Esiste un modo di dire: l’America inventa, la Cina copia e l’Europa regola. Ma l’Europa sta rimanendo indietro sul tema dell’intelligenza artificiale, quindi regola qualcosa che non produce, su cui non è leader, quindi scrive regole che non è detto che sarà in grado di far osservare”. (La Repubblica)

Le norme impongono rigorosi requisiti in termini di governance dei dati, resilienza e sicurezza informatica. L’entrata in vigore dell’EU AI Act, uno dei primi regolamenti completi e vincolanti sull’intelligenza artificiale, introduce nuove sfide per le aziende. (Diario Innovazione)

Dopo Mark Zuckerberg, capo di Meta, che il mese scorso aveva finanziato la pubblicazione di una lettera su The Economist contro le politiche restrittive dell’Unione europea a proposito di intelligenza artificiale, ora a scrivere agli eurocrati sono una cinquantina le aziende e ricercatori che hanno chiesto alle istituzioni europee un deciso “cambiamento di rotta” per non restare esclusi dai grandi benefici di una tecnologia aperta in grado di “accelerare la crescita economica e la ricerca. (Panorama)