L'Europa e l'intelligenza artificiale, un futuro incerto

- L'intelligenza artificiale (IA) rappresenta una delle rivoluzioni tecnologiche più significative del nostro tempo. Tuttavia, in Europa, questa rivoluzione sembra essere frenata da un eccesso di regolamentazione. Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, ha recentemente espresso preoccupazioni riguardo alle politiche restrittive dell'Unione Europea in materia di IA. Durante un evento a Milano, Gros-Pietro ha sottolineato come l'Europa rischi di rimanere indietro rispetto ad altre regioni del mondo, come gli Stati Uniti e la Cina, che stanno investendo massicciamente in questa tecnologia.

Le parole di Gros-Pietro riflettono un sentimento diffuso tra le aziende e i ricercatori europei. Una cinquantina di loro ha recentemente scritto una lettera alle istituzioni europee chiedendo un cambiamento di rotta. Secondo loro, le attuali politiche rischiano di escludere l'Europa dai grandi benefici che l'IA può offrire, come l'accelerazione della crescita economica e della ricerca scientifica.

Il problema principale sembra essere la natura delle regolamentazioni europee. Mentre gli Stati Uniti e la Cina adottano un approccio più permissivo, l'Europa tende a imporre regole stringenti che possono limitare l'innovazione. Questo approccio regolamentare è stato criticato da molti come eccessivamente prudente e potenzialmente dannoso per la competitività europea.

Un esempio concreto di questa differenza di approccio è rappresentato dalle normative sulla privacy. Mentre il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell'UE è stato lodato per la sua attenzione alla privacy degli utenti, è anche stato criticato per aver imposto pesanti oneri burocratici alle aziende tecnologiche. Questo ha portato alcune di esse a spostare le loro operazioni fuori dall'Europa.

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