Netanyahu, il premier più longevo d'Israele: lo choc delle prime 48 ore e la paura di mostrarsi debole

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Corriere della Sera ESTERI

I sei volumi di «La Storia della Seconda Guerra Mondiale» stanno allineati nell’ufficio a Gerusalemme dove è entrato per la prima volta nel 1996. Ammirato compulsatore di Winston Churchill, Benjamin Netanyahu si è sempre considerato l’unico leader in grado di proteggere Israele. Eppure quando l’ora più buia è rintoccata all’alba luminosa del 7 ottobre, Mr. Sicurezza — racconta chi gli stava attorno — ha vacillato, quasi incapace di reagire. (Corriere della Sera)

Su altri media

Le evidenti responsabilità di Hamas per le azioni terroristiche nei confronti di Israele non giustificano reazioni sproporzionate. Caro Avvenire, la drammatica escalation in Medio Oriente ci dimostra, ancora una volta, che gli estremismi e i fondamentalismi politici, culturali e religiosi alimentano solo guerre e varie forme di violenza, senza risolvere i problemi che sono alla base dei conflitti. (Avvenire)

Quella che è passata alla storia come la «dottrina Bush» (figlio), un quarto di secolo dopo non è solo un cumulo di macerie dall’Afghanistan alla Libia ma è soprattutto lo stato di guerra permanente che distribuisce poteri e profitti e annichilisce speranze di riscatto. (il manifesto)

Come è stato possibile che una struttura così efficiente si sia fatta cogliere totalmente impreparata, nonostante fosse stato segnalato che Hamas stesse per colpire? I parenti delle vittime del 7 ottobre possono considerare le atroci morti dei loro cari come il “necessario sacrificio” per arrivare al messianico obiettivo della realizzazione della “ Israele”. (Corriere della Sera)

La guerra che tutti temono, ma né Netanyahu né l'Iran vogliono

La domanda è ovvia: dobbiamo temere un confronto armato tra Iran e Israele? Una guerra regionale che diventi globale e coinvolga anche gli Stati Uniti? Che prescinda dal gioco delle reciproche rappresaglie? Chiaro che la situazione può sfuggire di mano, ma le parti calcolano i rischi con cura. (Corriere della Sera)

E siamo convinti di essere al sicuro perché quel che accade laggiù è una cosa sufficientemente lontana, con cause che poco hanno a che vedere con noi. (LA NAZIONE)

L’escalation iniziata un anno fa, con l’attacco di Hamas a Israele, non si limita più ai soli territori di Israele e Gaza. La guerra in Medio Oriente si allarga a macchia d’olio. (ISPI)