Processo Pelicot, 20 anni all’ex marito. Gisèle: “Ho lottato per tutte le vittime”
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PARIGI — La lettura della sentenza comincia con un po’ di ritardo, nel tribunale di Avignone gremito di giornalisti e militanti. «Merci Gisèle» è scritto su uno striscione appeso nella notte sulle antiche mura della città dei Papi. Gisèle Pelicot arriva scortata da agenti, tra la folla che l’applaude. La donna che ha compiuto 72 anni qualche giorno fa ascolta in silenzio la lettura della sentenza… (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Incessante, come l'ovazione che ha accolto Pelicot all'uscita dell'aula. Nell'aula del tribunale, la lettura delle sentenze nei confronti dei 51 dichiarati colpevoli degli stupri su Gisèle Pelicot è incessante. (Luce)
Una prassi talmente ben collaudata da ispirare uno dei 50 stupratori che ha pensato di drogare la propria di moglie offrendola pure a Dominique Pelicot. Bisogna sgomberare il campo, che non è morale e neppure giudiziario, per evitare che si immagini una restituzione o, peggio, un apparato giustificatorio per chi l’ha stuprata, con la connivenza del marito che la drogava per offrirne il corpo privo di sensi a chiunque si prenotasse via internet. (il manifesto)
Con la voce rotta dall’emozione, Gisèle Pélicot ha letto davanti ai giornalisti un testo che si era preparata per il giorno del verdetto del processo di Mazan. Ha voluto soprattutto ringraziare tutti: i suoi tre figli, gli avvocati, le associazioni di aiuto alle vittime che l’hanno accompagnata dentro e fuori dal tribunale per mesi. (Radio Popolare)
In Bangladesh si trova il più grande bordello al mondo. Il destino delle figlie delle prostitute è segnato fin dalla nascita. Iniziative locali lottano per rompere questo circolo vizioso. Qual è la situazione in Svizzera? E in che direzione si dirige il Paese? Gli sviluppi attuali e futuri sono al centro del mio lavoro. (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)
Fourest non vuole entrare nel merito delle pene inflitte ai complici di Dominique Pelicot. PARIGI — «È il processo al patriarcato, ma non è il processo a tutti gli uomini», avverte l’intellettuale Caroline Fourest, direttrice del settimanale Franc-Tireur, vedendo nella sentenza di Avignone un segnale che può «dare speranza a tutte le vittime di violenza sessuale». (la Repubblica)
Su di lei è stato scritto e raccontato tutto quello che la potenza della sua storia merita, meno si è parlato invece di chi con lei ha condiviso questa tragedia. In particolare della figlia Caroline, 45 anni, manager e … (la Repubblica)