Hollywood e il paradosso dei nani, diventati invisibili: esoterismo, stereotipi e un'assurda teoria del complotto. «Il politicamente corretto ci danneggia»

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Biancaneve senza i nani. Il nuovo remake della Disney, al cinema da giovedì 20 marzo, ha eliminato i sette nani dal titolo: Biancaneve, punto. E li ha sostituiti sullo schermo con delle creature realizzate in computer grafica. Una scelta che ha fatto arrabbiare gli attori e l’intera comunità delle persone nane (oltre 4.000 persone in Italia). Marco Sessa, presidente dell’associazione delle persone con acondroplasia, la forma di nanismo più comune, la definisce senza mezzi termini «una fesseria che rischia di farci diventare ancora più personaggi e ancora meno persone». (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

Negli ultimi anni pochi film hanno suscitato polemiche irritate come Biancaneve: il nuovo live-action Disney, che riprende il classico dell'animazione datato 1937, è stato fin da subito accusato di essere un film woke, ovvero eccessivamente progressista dato i suoi toni di inclusione per esempio nell'avere una protagonista, Rachel Zegler, che è di origini ispano-americane e quindi non è “bianca come la neve”; d'altra parte alcuni osservatori l'hanno definito un film dalla storia vetusta, che ripropone aspetti problematici come l'infantilizzazione dei nani o il bacio finale dato senza consenso. (WIRED Italia)

L’attrice ha radici polacche e colombiane e la scelta di una protagonista latina non ha certo entusiasmato una larga fetta di pubblico, in particolar modo un’ala di estrema destra, che ha da subito cominciato a remare contro al film. (Vanity Fair Italia)

Rachel Zegler as Snow White in DISNEY's live-action SNOW WHITE. Photo courtesy of Disney. 2024 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved. “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. (Servizio Informazione Religiosa)

Biancaneve: analogie e differenze tra live action e il film d'animazione Disney

Questa nuova Biancaneve è poco interessata all'amore e più all'empowerment femminile e alla giustizia sociale, del resto non c'è neanche un principe da sposare, qui il love interest, come dicono gli americani, è un bandito dal cuore ribelle che si oppone al regime e ruba alla regina per dare ai poveri (sì, in questa Biancaneve c'è anche un po' di Robin Hood, ma non facciamo confusione tra fiabe diverse). (Vanity Fair Italia)

Biancaneve arriva nelle sale facendo registrare segnali preoccupanti per la Disney, sia per ciò che riguarda gli incassi che la critica, spesso generosa oltre il ragionevole con i live action. Questo invece, uno dei progetti più discussi e controversi dell'ultimo decennio, è il simbolo di un deperimento artistico a cui ha fatto da contraltare un politicizzazione fuori scala, un moralismo sterile, con il risultato di allontanare il pubblico, di aprire a una crisi della Disney di cui al momento non si intravede la fine. (Today.it)

Tra tante polemiche (in parte come sempre sterili) è arrivato al cinema Biancaneve il live action tratto dall'omonimo Classico Disney del 1937, primo lungometraggio d'animazione della storia a sua volta adattamento della fiaba tedesca dei Fratelli Grimm. (Movieplayer)