Cosa vale più della scuola per diventare nuovi italiani?

Cosa vale più della scuola per diventare nuovi italiani?
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Corriere della Sera INTERNO

Caro direttore, un amico, a cui chiesi perché non aveva fatto battezzare i propri figli al momento della nascita, mi rispose che preferiva lasciare loro la libertà di essere battezzati solo quando, diventati adulti, fossero in grado di comprendere l’importanza del sacramento e cosa significasse per loro in futuro. Alla luce del dibattito politico in corso sullo ius soli, mi chiedo perché non sia giusto lasciare, come avviene ora, che i figli di immigrati, invece di acquisire automaticamente la cittadinanza italiana sin dalla nascita nel nostro Paese, come vorrebbero alcune forze politiche, decidano liberamente se accettarla o meno solo quando, più avanti nell’età, avranno la consapevolezza dei diritti e degli obblighi che ciò comporta? Fermo restando che fino ad allora potranno goderne ugualmente alla pari di tutti i loro coetanei italiani. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altre testate

Venuta puntualmente, e inevitabilmente, alla ribalta nei giorni dei successi olimpici parigini e delle molteplici sfumature che nel tricolore nazionale riflettono l’epidermide delle medaglie italiane. Diritto di cittadinanza, ius soli o ius scholae che sia, il tema dell’accesso alla nazionalità sembra insomma assumere una dimensione sempre più dirimente nell’Europa e l’Italia che invecchiano inesorabilmente: in quanto definisce il perimetro della forza lavoro e dei ceti emergenti; comprese le identità e i processi di integrazione delle prossime classi medie e anche dirigenti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Un cambiamento, che legherebbe l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi (secondo precedenti formulazioni discusse in Parlamento chi ha frequentato regolarmente per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione) riguarderebbe oltre 300mila dei 914.860 alunni che studiano in Italia e non hanno ancora compiuto 17 anni. (Corriere della Sera)

Che lo Ius scholae dividi la maggioranza “mi pare un fatto positivo. (Agenda Politica)

Rosato (Azione): "Sì a Forza Italia sullo ius scholae"

Apertura di Forza Italia Dopo le Olimpiadi di Parigi è tornata al centro del dibattito politico e sindacale la riforma dello Ius Scholae, che prevede la concessione della cittadinanza ai minori stranieri che completano uno o più cicli scolastici in Italia. (Orizzonte Scuola)

La minoranza silenziosa dei ragazzi stranieri nati in Italia sta assistendo probabilmente con un sano distacco al dibattito ferragostano sullo “Ius scholae”. (Avvenire)

Abbiamo un gigantesco problema che sono centinaia di migliaia di bambini e ragazzi apolidi o con cittadinanza di Paesi che neanche conoscono, e che parlano l’italiano, anzi spesso parlano il dialetto, si sentono italiani e sono in classe con i nostri figli e nipoti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)