I timori degli 007 di Kiev: Putin vuole spaccare in tre l'Ucraina e mettere un filo-russo al governo
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Lo scenario peggiore per l'Ucraina, che sarebbe ridotta ad uno Stato fantoccio sotto il controllo di Mosca. È quello evocato dall'intelligence di Kiev dando notizia di un piano elaborato da Vladimir Putin da presentare a Donald Trump per chiudere il conflitto, che prevede la divisione del Paese in tre: il sud-est con i territori occupati diventati parte integrante della Federazione… (L'HuffPost)
Se ne è parlato anche su altri media
In questi giorni a Mosca sta girando molto una scenetta presa da un programma comico in onda su un canale nazionale. Anche perché almeno per un paio di mesi la situazione rimarrà fluida, e per questo ancora più pericolosa. (Corriere della Sera)
La decisione – che rafforzerà le difese di Kiev contro l’avanzata delle truppe russe e nordcoreane nell’est – ha però suscitato critiche da parte dei gruppi per il controllo degli armamenti. (ISPI)
Dopo il 5 novembre era prevedibile che si aprisse un teatrino più tragico che ridicolo sulla diponibilità di Vladimir Putin “all’interessante” piano di pace di Trump, non meglio esplicitato ma incentrato – secondo fonti attendibili – sul sostanziale riconoscimento delle pretese di Mosca da realizzare intanto con “la fine della paghetta” per Zelensky, annunciata trionfalmente anche dal primogenito del “pacificatore”. (Il Fatto Quotidiano)
Sembrerebbe una provocazione, non fosse un documento vero. Rimbalzato sui media nelle stesse ore in cui Kiev ricordava l’Holodomor, la più grande tragedia della sua storia, la feroce carestia progettata da Stalin novantuno anni fa che sterminò milioni di ucraini. (la Repubblica)
L’ondata di soddisfazione, che ha travolto gli estimatori di Donald Trump, è giustificata dal successo elettorale superiore alle previsioni della vigilia. Ancora una volta i sondaggisti e i sondaggi sono apparsi come gli aruspici e i vaticini ricavati dal fegato degli animali sugli altari pagani. (L'Opinione)
È ricapitato ieri: l'agenzia Reuters cita cinque fonti diverse e parla di un piano di Mosca per congelare la linea del fronte e aprire un negoziato per la pace in Ucraina; subito Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, si affretta e dire che non è vero niente e che congelare» la situazione senza raggiungere gli obiettivi previsti non servirebbe a nulla. (il Giornale)