Cinzia Dal Pino agli arresti domiciliari per omicidio volontario

Cinzia Dal Pino, imprenditrice di 65 anni, è stata posta agli arresti domiciliari dopo aver investito e ucciso Said Malkoun, un 47enne algerino senza fissa dimora, a Viareggio. L'incidente è avvenuto domenica scorsa in via Coppino, quando Dal Pino ha schiacciato Malkoun con la sua auto contro la vetrina di un negozio. La donna ha dichiarato che la sua intenzione era solo quella di fermare il ladro, che poco prima le aveva rubato la borsa.

Il giudice del Tribunale di Lucca ha deciso per gli arresti domiciliari con l'uso di un braccialetto elettronico, non convalidando la richiesta della Procura di custodia cautelare in carcere. La decisione è stata presa al termine dell'udienza di convalida del fermo operato dalla squadra mobile della questura.

L'episodio ha sollevato diverse questioni legali e morali. Da un lato, c'è la legittima difesa, che in Italia è regolata dall'articolo 52 del Codice Penale. Questo articolo prevede che non sia punibile chi commette un fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. Tuttavia, la giurisprudenza italiana ha spesso interpretato in modo restrittivo questo principio, richiedendo che la reazione sia immediata e proporzionata all'offesa subita.

Nel caso di Dal Pino, la questione della proporzionalità della difesa è centrale. Investire ripetutamente una persona con un'auto può difficilmente essere considerato una reazione proporzionata a un furto di borsa. Inoltre, la dinamica dell'incidente suggerisce una volontà di nuocere che va oltre la semplice difesa.

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