Raid israeliano a Beirut, 37 morti e 151 feriti

- Nella notte tra mercoledì e giovedì, la periferia meridionale di Beirut è stata teatro di intensi attacchi aerei israeliani, che hanno provocato la morte di almeno 37 persone e il ferimento di altre 151, secondo quanto riferito dal ministero della Salute libanese. Tra le vittime, nove sono state registrate nella capitale, dove gli attacchi hanno colpito anche il centro cittadino, causando danni ingenti e seminando il panico tra la popolazione.

Gli attacchi, mirati a due siti di Hezbollah, sono stati preceduti da un avviso dell'Idf (Forze di Difesa Israeliane) che invitava i civili a evacuare l'area. Fonti israeliane hanno rivelato che l'obiettivo principale dell'operazione era Hashem Safi a-Din, considerato il probabile successore di Hassan Nasrallah alla guida di Hezbollah. Tuttavia, non è chiaro se l'obiettivo sia stato effettivamente colpito.

Nel contesto di un conflitto che si intensifica, i quartieri cristiani di Beirut est, storicamente ostili a Hezbollah e gestiti in gran parte da Kataeb e Forze Libanesi, hanno iniziato a esporre sempre più bandiere dei loro partiti di destra cristiana. Questo ribilanciamento delle forze, inevitabile in una situazione di crescente tensione, sta avendo ripercussioni non solo all'interno del paese, ma anche sulle altre formazioni politiche presenti, sebbene per il momento in maniera ancora pacifica.

I media libanesi hanno diffuso numerosi video degli attacchi, mostrando la devastazione causata dai raid israeliani. Le immagini, che ritraggono edifici distrutti e strade deserte, testimoniano la gravità della situazione e l'urgenza di una soluzione diplomatica per evitare ulteriori spargimenti di sangue.

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