Soldati italiani in Libano, missione Onu sospesa, evacuazione in corso

- Da giorni, il comando dei militari dell'Unifil, pur senza ammetterlo apertamente, era consapevole che le forze armate israeliane sarebbero presto entrate in Libano. I Caschi blu dell'Onu, infatti, avevano intuito, se non addirittura saputo, che nuclei di forze speciali israeliane erano già penetrati all'interno dei confini libanesi per preparare il terreno al blitz dell'Idf. In questo contesto, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha invitato tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano utilizzando i voli di linea ancora operativi dall'aeroporto di Beirut verso Milano e Roma. Tuttavia, le condizioni per lasciare il Paese mediorientale sono tutt'altro che agevoli: i voli disponibili sono pochissimi, strapieni e molto costosi, come racconta un cooperante italiano a Beirut.

Nel frattempo, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato di seguire personalmente l'evoluzione della situazione nel Sud del Libano, dove nelle ultime ore si è assistito a un'ulteriore intensificazione degli scontri. Crosetto ha mantenuto costanti contatti con il comandante del contingente nazionale, con il capo di Stato maggiore della Difesa e con il comandante operativo di vertice Interforze, oltre che con le parti israeliana e libanese. In parallelo, un attacco con razzi è stato compiuto da combattenti armati non meglio precisati contro la base militare Usa nei pressi dell'aeroporto di Baghdad, come riferiscono i media panarabi.

La situazione in Libano, dunque, resta estremamente tesa e complessa, con i soldati italiani costretti a rimanere nella base e impossibilitati a effettuare pattugliamenti. Le operazioni di evacuazione dei cittadini italiani sono in corso, ma le difficoltà logistiche e i costi elevati rappresentano un ostacolo significativo.

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