Parigi 2024: una cerimonia d'apertura che divide l'opinione pubblica

La cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni la definiscono "kitsch", altri la lodano come "la cerimonia più bella del mondo". Questa divisione di opinioni riflette la diversità di reazioni che un evento di tale portata può suscitare.

La cerimonia d'apertura è stata definita "uno spettacolo davvero kitsch in riva al fiume" dal britannico The Guardian. Tuttavia, la stampa internazionale si divide sul senso dello show. Il quotidiano sportivo spagnolo Marca, ad esempio, l'ha definita "la cerimonia più bella del mondo", ispirata ovviamente dalla presenza di Rafa Nadal sulla barca delle stelle internazionali dello sport, insieme a Carl Lewis e Nadia Comaneci.

Durante la cerimonia, si sono vissuti anche momenti di ansia per quattro tedofori particolari: Carl Lewis, Nadia Comaneci, Rafa Nadal e Serena Williams. Tutti loro sono saliti su un motoscafo per portare la torcia attraverso la Senna, sotto una pioggia torrenziale. Non sono mancati diversi momenti difficili, resi ancora più evidenti dalle condizioni meteorologiche avverse.

Al di là della cerimonia, Parigi sembra essere presa in ostaggio dalle Olimpiadi. La città è chiusa, così come la cattedrale di Notre-Dame. Il numero dei poliziotti è quasi pari a quello degli spettatori paganti, con 75mila unità rispetto a 104mila. I parigini sono partiti, albergatori e ristoratori sono arrabbiati, i voli sono stati sospesi fino alla mezzanotte di ieri e i treni sono andati in tilt per un combinato disposto di atti di sabotaggio.

Un evento che ha rappresentato per i parigini l'autentica premessa di questi Giochi è stata la riapertura, il 27 giugno, della più importante fontana storica di Parigi, quella degli Innocenti, nel cuore pulsante delle Halles. Questo luogo della capitale evoca il bisogno di una redenzione. In origine, celebrava l'entrata pomposa del re appena incoronato. Ma per un prodigioso capovolgimento quasi fiabesco, è divenuta un inno fra i più toccanti di sempre all’infanzia massacrata, nella scia dei santi Innocenti trucidati dal re Erode.

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