L'autonomia differenziata divide l'Italia: la Campania si unisce alla battaglia

Una volta Vincenzo De Luca, governatore della Campania, era un acerrimo nemico dell'Autonomia differenziata. Lo scorso febbraio, si era presentato a Palazzo Chigi alla testa di 550 sindaci e altri 5.000 compari provenienti da tutto il Meridione per contestare la riforma che, a suo dire, spacca l'Italia e condanna al declino il Sud.

Ora, le cose sembrano essere cambiate. Cinque governatori, tra cui De Luca, stanno cercando di allargare il loro fronte. Non sarà facile, ma già così le Regioni che si sono imbarcate nell’impegno politico di dare battaglia al decreto Calderoli di Autonomia differenziata, hanno i numeri per chiedere il referendum. Tra queste ci sono Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Puglia e Campania.

L'Autonomia differenziata potrebbe portare a diseguaglianze nel sistema scolastico. Docenti che insegnano in Veneto potrebbero essere pagati di più di chi entra in aula in Calabria. Gli uffici scolastici regionali potrebbero non dipendere più da viale Trastevere ma dai governatori. Il sistema scolastico privato potrebbe rafforzarsi sul modello della sanità lombarda.

La Cgil Puglia lancia un appello alla mobilitazione. Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, invita chi vive e lavora nel Mezzogiorno a costituire comitati e raccogliere firme per respingere un progetto che divide il Paese e accentua le disuguaglianze. La riforma, con l'approvazione in via definitiva alla Camera e la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, è diventata legge dello Stato.

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