Prezzo del petrolio prosegue recupero, 0,68% a 69,4 dollari

- Il prezzo del petrolio continua a recuperare terreno, segnando un aumento dello 0,68% e raggiungendo i 69,4 dollari al barile. Questo incremento segna la prima settimana positiva in un mese per il greggio WTI del Texas, che si avvicina alla soglia dei 70 dollari. Anche il Brent registra un aumento, salendo a 72 dollari al barile con un incremento dello 0,54%.

Uno dei fattori principali che ha influenzato questa ripresa è la riduzione della produzione nell'area del Golfo del Messico, colpita dall'uragano Francine. L'uragano ha causato danni significativi alle infrastrutture petrolifere, riducendo temporaneamente la capacità produttiva della regione. Questo ha portato a una diminuzione dell'offerta di petrolio sul mercato, contribuendo all'aumento dei prezzi.

Un altro elemento che ha giocato un ruolo importante è il calo del dollaro. La valuta statunitense ha subito una flessione in vista dei previsti tagli della Federal Reserve. Un dollaro più debole rende il petrolio, che è quotato in dollari, più economico per gli acquirenti stranieri, aumentando così la domanda e, di conseguenza, i prezzi.

Nonostante questo recupero, il prezzo del petrolio rimane ai minimi dal 2021. La domanda globale di petrolio è in calo, soprattutto in Asia, con Cina e India in testa. Le preoccupazioni derivanti dalla richiesta di una maggiore produzione da parte dell'OPEC+ hanno ulteriormente influenzato il mercato. L'International Energy Agency (IEA) ha recentemente abbassato le sue stime per la domanda di petrolio nel 2024, citando una debole richiesta da parte della Cina, che per anni ha guidato l'aumento globale del consumo di petrolio.

Secondo l'IEA, la domanda mondiale di petrolio aumenterà di 900.000 barili al giorno, una cifra inferiore di 70.000 barili al giorno rispetto alle previsioni precedenti. Questo rappresenta una riduzione del 7,2% rispetto alle stime iniziali, collocandosi nella fascia più bassa dell'intervallo previsto dal settore. La differente visione sulla situazione della Cina e il ritmo della transizione energetica verso combustibili più puliti hanno creato un'ampia divisione nelle previsioni di crescita della domanda per il 2024.

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