Orbán, la mossa diplomatica che scuote l'Europa

Viktor Orbán, primo ministro dell'Ungheria, ha recentemente assunto un ruolo di primo piano nel conflitto russo-ucraino, suscitando preoccupazione e sorpresa in Europa. La sua visita a Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, rispettivamente presidenti dell'Ucraina e della Russia, ha sollevato interrogativi sulla sua posizione e sulle sue intenzioni.

Orbán ha visitato sia Zelensky che Putin nello spazio di pochi giorni. Questa mossa ha permesso a Putin di affermare di aver dialogato con la presidenza di turno dell'Unione europea, dando l'impressione di una spaccatura nel fronte dell'Occidente contro la Russia. Tuttavia, la politica estera dell'UE è prerogativa della Commissione e del Consiglio dei capi di Stato e di Governo dei Ventisette, non della presidenza di turno.

Orbán non è solo attivo sulla scena internazionale. A livello interno, è diventato un punto di riferimento per l'estrema destra europea. Recentemente, i sovranisti danesi del Dansk Folkeparti (Df) hanno annunciato di voler abbandonare Identità e Democrazia, il gruppo al Parlamento europeo che loro stessi avevano fondato nel 2019 insieme agli omologhi finlandesi del Ps, per unirsi alla nuova creatura di Orbán.

Nonostante la sua astuzia politica, Orbán è stato criticato per le sue azioni. Da quando ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dei ministri dell'UE, il primo luglio, è diventato chiaro che l'Europa e il resto del mondo non lo guardano con gli stessi occhi pieni di ammirazione che gli riservano a Budapest e dintorni. Le sue mosse diplomatiche sono state viste come un tentativo di manipolare la situazione a suo vantaggio, piuttosto che come un sincero tentativo di mediazione.

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