Cosa si nasconde dietro le bandiere nere e verdi della nuova Siria (F. Petrone)
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In Europa, masse enormi di immigrati musulmani, coloro che vengono indicati genericamente come gli ultimi, i non integrati, manifestano in modo entusiastico, gridando Allah Akbar, sventolando bandiere verdi, bianche e nere, utilizzate da Al-Nusra. Notiamo che queste bandiere, fresche di stampa e già pronte per essere utilizzate in quantità di molte decine di migliaia, richiamano i colori della restaurazione della Siria prerivoluzionaria. (Farodiroma)
La notizia riportata su altre testate
Chi ha avuto modo di seguire i miei precedenti articoli avrà notato come in passato io abbia più volte fatto riferimento al “collasso” di un esercito a seguito di una serie di eventi sfavorevoli durante il conflitto, e a come questo possa in particolare essere indotto da un’azione avversaria orientata appunto “al nemico”. (Nuovo Giornale Nazionale)
L’articolo de La Stampa parla espressamente di balli e di gioia e allude al fatto che i siriani festeggiano con grande gaudio la vittoria sul regime di Assad. (Radio Radio)
Min lettura (Valigia Blu)
La caduta del regime di Bashar al Assad in Siria è uno di quegli eventi che tutti sono bravi a spiegare – dopo – e nessuno a prevedere, prima che accadano. Come il crollo del muro di Berlino, la fine dell’Urss o la Brexit. (Vanity Fair Italia)
Uno degli eventi più sorprendenti degli ultimi mesi è stata la caduta di Damasco. Questa caduta era stata prevista già più di dieci anni fa, quando gli eserciti ribelli finanziati da Qatar, Turchia, Arabia Saudita e Stati Uniti si riunirono ai margini della Siria e minacciarono il governo dell’allora presidente Bashar al-Assad. (Potere al Popolo)
Davvero c’è da disperarsi per la Siria? Intanto, bisognerà iniziare a rallegrarsi, visto che geostrategicamente a perdere il loro alleato più prezioso in Medio Oriente sono stati proprio i nemici giurati dell’Occidente, Russia e Iran, che avevano tenuto in piedi con la forza delle loro armi e dei mujahidin del popolo iraniani un regime corrotto e sanguinario, pur di avere un porto (Tartus) sul Mediterraneo per quanto riguarda Mosca; o di assicurarsi l’assoluta complicità del regime di Bashar al-Assad, da parte iraniana, per far arrivare tonnellate di armi e missili ai propri proxy libanesi e palestinesi. (L'Opinione)