Stellantis spinge sul piano: «Non lasceremo l’Italia». Imparato: «Tutti i siti avranno modelli, Mirafiori sarà al centro»
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Le acque restano molto agitate nel settore dell’auto. Anche a dicembre le vendite di vetture non corrono e chiudere l’anno con un segno negativo rispetto al 2023 appare una possibilità sempre più concreta. attesa c’è per il nuovo appuntamento del tavolo al Mimit in programma per il 17 dicembre. Sarà il primo incontro del governo con Stellantis dopo le dimissioni di Tavares ed il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che aveva chiesto impegni precisi ed un nuovo piano industriale, attende per vedere come la posizione della multinazionale sia cambiata con lo strappo al vertice. (ilmessaggero.it)
Su altri media
"Abbiamo chiesto a Stellantis che ci presenti un nuovo Piano Italia in cui sia evidente l'ammontare degli investimenti previsti per ogni stabilimento, con un preciso cronoprogramma anche per quanto riguarda modelli e livelli produttivi, con contratti di sviluppo che garantiscano l'occupazione, e piena collaborazione con le aziende della componentistica (Secolo d'Italia)
Il nuovo presidente imporrà tasse del 25% su tutte le importazioni provenienti da Messico e Canada (Infoinsubria)
Il fenomeno riguarda il Vecchio continente e non solo: la transizione verso la mobilità elettrica ha messo in evidenza ritardi nell’innovazione tecnologica, nell’approvvigionamento di tutto ciò che serve (dalle batterie ai semiconduttori ai minerali critici per realizzarli). (WIRED Italia)
Il confronto si inserisce all’interno della serie di appuntamenti preparatori al Tavolo Stellantis del 17 dicembre che il Ministro sta tenendo con i rappresentanti delle Regioni dove hanno sede gli stabilimenti produttivi del Gruppo. (Regione Abruzzo)
"Caro Tavares, caro Carlos, quanto mai caro visto il tuo stipendio. Valvassore dello spinterogeno, ciambellano del freno a mano e gran duca ruotino di scorta. Ex ad di Stellantis e della buonanima di FCA. (Liberoquotidiano.it)
Una telefonata non poteva bastare a risolvere una crisi che è più profonda di quanto già non appaia. Meloni chiedeva «certezze», Elkann offriva «garanzie»: così è partito il dialogo tra il governo e Stellantis. (Corriere Roma)