Trump ha in pugno il Congresso, la Corte Suprema e i media
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Trump ha in pugno il Congresso, la Corte Suprema e ha parte dei media dalla sua: vacilla il mito degli Usa culla della democrazia Gli Stati Uniti hanno sempre rivendicato il loro ruolo di “culla della democrazia”, al punto da tentare, a suon di guerre poi rivelatesi fallimentari, di esportarla nel resto del mondo. Un primato su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, ma che ora, con la schiacciante vittoria di Donald Trump, sembra vacillare. (LA NOTIZIA)
Su altre testate
Come sappiamo Donald Trump ha stravinto le presidenziali, imponendosi su tutti gli Stati in bilico e conquistando il Senato. (Today.it)
Se Donald Trump conquista la Casa Bianca e vi aggiunge una maggioranza anche alla Camera e al Senato, che ne sarà dei «checks and balances», controlli e bilanciamenti? Il primo di questi contropoteri è il ramo legislativo, anch’esso rinnovato in questo Election Day. (Corriere della Sera)
I democratici arrivati alle elezioni con 51 seggi contro 49 erano consapevoli di avere poche chance di poter mantenere il vantaggio. Speravano in un miracolo in Texas e Florida che non c’è stato, perché rispettivamente il senatore Ted Cruz è stato rieletto per il terzo mandato e Rick Scott ha mantenuto la poltrona battendo Debbie Mucarsel-Powell. (ilgazzettino.it)
“L’America ci ha dato un mandato forte e senza precedenti, abbiamo ripreso il controllo del Senato e sembra che manterremo il controllo della Camera“. Certamente del Senato, dove viene scardinata la maggioranza di 51 a 49 detenuta dai democratici dopo che la senatrice repubblicana Deb Fischer del Nebraska ha respinto una sfida inaspettatamente aspra lanciata da Dan Osborn, che si è candidato come indipendente. (Il Fatto Quotidiano)
Con almeno 51 seggi conquistati, i Repubblicani si sono aggiudicati la maggioranza in Senato alle elezioni presidenziali che hanno decretato la vittoria di Donald Trump , strappandola ai democratici. (Sky Tg24 )
Nel mare rosso-blu dei seggi assegnati al Senato degli Stati Uniti (non tutti votavano), c’è un piccolo puntino color oro. Una sfida, una scommessa per l’83enne senatore indipendente che è anche l’unico socialista democratico degli Stati Uniti che ha il coraggio di dirlo. (Il Fatto Quotidiano)