M.O., Tajani: mandato Cpi su Netanyahu non accelera la pace

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Il Sole 24 ORE INTERNO

M.O., Tajani: mandato Cpi su Netanyahu non accelera la pace 25 novembre 2024 Roma, 25 nov. - "Leggeremo le carte per prendere una decisione insieme ai nostri alleati", sul mandato d'arresto della Cpi contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu "proporrò il tema alla riunione del G7 di oggi e domani. Rispettiamo la Corte ma siamo assolutamente convinti che le decisioni debbano esere giuridiche e non politiche, consideriamo un errore equiparare colui che ha organizzato la strage del 7 ottobre a un premier democraticamente eletto. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altri media

La crociata contro i giudici di Matteo Salvini travalica i tribunali italiani e arriva fino alla Corte penale internazionale. Il vicepremier leghista se ne infischia del mandato d’arresto emesso per Benjamin Netanyahu e ricorda al premier israeliano che «sarebbe il benvenuto se venisse in Italia». (Open)

Che ha usato Israele, i palestinesi e gli ostaggi per le sue ambizioni personali o per evitare che vada in prigione per i processi a suo carico''. Parole dure e ampiamente previste quelle del ministro degli Esteri dell'Autorità (Secolo d'Italia)

Secondo la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, il mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (Cpi) nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu "non basta" e dovrebbe essere emessa una "sentenza di esecuzione". (il Dolomiti)

Un ordine multipolare contro la giustizia dei vincitori

"Deve essere emessa una sentenza di morte per Netanyahu e per i leader criminali di questo regime": così la Guida suprema iraniana Ali Khamenei, che ha aggiunto come il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) nei suoi confronti pochi giorni fa è insufficiente. (La Stampa)

Esso incarna lo scetticismo di lunga data degli Stati Uniti nei confronti della Cpi e di simili organismi giudiziari internazionali, in particolare rispetto alla loro pretesa di esercitare la propria giurisdizione sui cittadini americani senza il consenso esplicito del Congresso degli Stati Uniti. (L'HuffPost)

«La Corte dell’Aja ha presentato oggi ulteriori prove dei doppi standard e dell’ipocrisia della comunità internazionale e delle istituzioni delle Nazioni unite». Sono parole di Avigdor Lieberman, ex ministro degli esteri di Israele, e in effetti i doppi standard sono stati una costante nella giurisdizione penale internazionale. (il manifesto)