Mattarella e l'«autoritratto» di un presidente-arbitro. L'idea di uno Stato senza poteri contrapposti

Mattarella e l'«autoritratto» di un presidente-arbitro. L'idea di uno Stato senza poteri contrapposti
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Corriere della Sera INTERNO

Quando Mattarella usa la metafora dell’«arbitro» per sintetizzare il proprio ruolo e spiega che «entra in attività se il sistema si blocca», cita un principio da lui interiorizzato fin dai tempi in cui studiava Giurisprudenza. Principio caro al costituzionalista liberale Carlo Esposito che fu suo maestro e che coniò appunto l’espressione degli inquilini del Quirinale quasi come direttori di gara, «motori di riserva» e «reggitori dello Stato nei momenti di crisi del sistema». (Corriere della Sera)

Su altre testate

In quel caso ho il dovere di non promulgare, ma devono essere evidenti, un solo dubbio non mi autorizza a non promulgare". Sergio Mattarella si è sbottonato. (il Giornale)

Il presidente della Repubblica promulga leggi ed emana decreti e ha delle regole da rispettare, più volte mi è capitato di promulgare una legge che non condivido, ritenendola sbagliata o inopportuna. Ma è stata varata dal Parlamento e ho il dovere di promulgarla» Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a un gruppo di studenti nel corso dell'evento '25 anni di Osservatorio Permanente Giovani-Editori'. (Corriere TV)

una scelta fondamentale». Il web non può essere considerato «un medico di base» come invece si è purtroppo verificato anche recentemente. (Giornale di Sicilia)

Mattarella: «A volte ho promulgato leggi che non condividevo»

ANSA (Avvenire)

«Più volte ho promulgato leggi che non condivido, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma erano state votate dal Parlamento e ho il dovere di promulgare a meno che non siano evidenti incostituzionalità». (Milano Finanza)

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto così agli studenti intervenuti a Roma al Salone delle Fontane, all’Eur, per celebrare i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. (Il Sole 24 ORE)