Urso: "Landini? Qualche parola di troppo, noi parliamo coi fatti"
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Urso: "Landini? Qualche parola di troppo, noi parliamo coi fatti" Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso risponde alle parole di Maurizio Landini, attaccato dalla maggioranza per aver parlato di "rivolta sociale", a margine del Salone della Giustizia a Roma: "Questo Governo rende strutturale il taglio del cuneo fiscale piu' significativo mai nemmeno immaginato. Si allarga la base occupazionale del Paese con nuovi posti di lavoro. (Il Mattino di Padova)
Se ne è parlato anche su altri giornali
“Rivolta sociale” scrive Franco Mari ” vuol dire ribellarsi alla mortificazione del mondo del lavoro che viene dalle politiche di questa destra. Significa praticare ogni forma di lotta democratica per cancellare povertà, precarietà e pericolosità del lavoro. (Agenda Politica)
Alla vigilia dell’importante sfida contro il Napoli arriva il parere di Marco Bucciantini sull’Inter. Il giornalista pone l’attenzione su un dato legato ai nerazzurri che rischia di passare inosservato. (Inter-News)
Il lavoro e i diritti delle persone devono tornare al centro delle politiche del Governo" il segretario della Cgil Landini, a margine della manifestazione dei lavoratori dei trasporti nel giorno delle sciopero del Tpl davanti al Ministero dei Trasporti. (Tiscali Notizie)
Maurizio Landini chiama alla “rivolta sociale” e, all'improvviso, sembra di essere stati catapultati nei turbolenti anni '70, con motti infuocati e promesse di cambiamento radicale. Solo che oggi, anziché respirare un autentico spirito di protesta, ci troviamo davanti a un déjà-vu un po’ stanco e quasi caricaturale. (La Gazzetta di Lucca)
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e il segretario generale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco, sono intervenuti all’assemblea sindacale convocata nel cantiere del palazzo della Zecca promossa dalla Cgil e dalla Fillea di Roma e Lazio. (CGIL)
Oggi la sua demagogia tutta spesa pubblica e tasse incita addirittura alla rivolta sociale. Chiede di massacrare ulteriormente i ceti produttivi, aumentando ulteriormente i costi del nostro già molto oneroso welfare. (il Giornale)