Ordini del made in Italy già in frenata per i dazi
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«Il 2 aprile sarà il giorno della liberazione dell’America». Dai prodotti made in Italy, tanto per cominciare. Se alle parole dovessero seguire i fatti, l’altisonante proclama lanciato da Donald Trump con toni insieme di promessa e di minaccia lascerebbe tavole e scaffali d’America ineluttabilmente prive del meglio dell’export tricolore. L’ATTESA A dieci giorni dalla possibile entrata in vigore della tagliola trumpiana, il clima che si respira tra i produttori dello Stivale è principalmente attendista. (ilmessaggero.it)
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Uno dopo l’altro, i prodotti italiani hanno cominciato a esser spediti più rapidamente, col porto e l’interporto di Livorno quale crocevia delle preoccupazioni per quel che potrebbe accadere. Quanto durerà? Complesso stabilirlo, spiega chi lavora nel settore. (La Repubblica Firenze.it)
Ma un risultato i dazi di Trump lo hanno già avuto: scatenare una corsa dei grandi esportatori globali a recapitare le loro merci negli Stati Uniti prima del 2 aprile, giorno di entrata in vigore delle tariffe reciproche, ribattezzato da Trump “liberazione nazionale”. (la Repubblica)
"Mercati siano aperti e senza dazi tra nazioni che hanno valori comuni, come tra noi e Stati Uniti. Come Europa e come Stati Uniti, dobbiamo essere molto responsabili perché mettere in crisi i rapporti commerciali rischia di minare rapporti di diversa natura. (Il Sole 24 ORE)
L’ombra scura dei super dazi di Trump rischia di far sparire il meglio del vino nostrano da scaffali e ristoranti degli Stati Uniti. “La speranza – commenta, David Navacchia, titolare dell’attività di via Lola –, è che sia solamente una mossa commerciale per arrivare a una trattativa, e da lì si possa solo scendere”. (il Resto del Carlino)
Sebastiano Luperto, difensore del Cagliari, ha rilasciato una curiosa e toccante intervista ricca di spunti di riflessione ai taccuini de L’Unione Sarda. Il classe ’96 è un punto fermo della squadra di Nicola; nella corrente stagione di Serie A ha collezionato 29 presenze ed è sceso in campo sempre da titolare. (CagliariNews24.com)
«Adesso è tutto fermo, perché gli importatori hanno paura ». Lallarme sulla situazione del vino negli Stati Uniti arriva direttamente da Micaela Pallini, presidente di Federvini, che sottolinea come la paura che Donald Trump introduca dazi sulle merci dellUnione Europea abbia paralizzato il mercato quando al 2 aprile, data chiave indicata proprio dal presidente Usa, manca sempre meno. (Italia a Tavola)