Salvini: "Di nuovo libero". E Saviano il profeta sbatte sull'assoluzione

Salvini: Di nuovo libero. E Saviano il profeta sbatte sull'assoluzione
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il Giornale INTERNO

I sassolini nelle scarpe non sono finiti. Quelli che il vicepremier Matteo Salvini, dopo la sentenza d'assoluzione sul caso Open Arms, si sta togliendo. Ieri è toccato a Roberto Saviano, che otto mesi fa si disse certo della condanna dell'ex ministro dell'Interno. «Matteo Salvini andrà in carcere, data l'entità della pena prevista», diceva lo scrittore in un video. «Per sequestro di persone - aggiungeva l'autore di Gomorra - reato per cui è accusato». (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri media

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo la sentenza di primo grado che ha assolto Salvini da tutte le accuse per la vicenda Open arms, ha detto che "questo processo, fondato sul nulla, non si sarebbe nemmeno dovuto cominciare", aggiungendo che bisogna "risarcire le persone che finiscono nella graticola giudiziaria per anni". (Fanpage.it)

Bisognerà aspettare come sempre le motivazioni della sentenza per conoscere le ragioni dell’assoluzione di Matteo Salvini. (L'HuffPost)

Che cosa resta del processo Open Arms? Che cosa resta delle 25 udienze e delle 45 testimonianze raccolte in tre anni? Matteo Salvini, incassata l’assoluzione, ha già fatto intendere di volere tornare al ministero dell’Interno, sebbene la premier Giorgia Meloni sia nient’affatto dello stesso parere. (La Repubblica)

Vespa e Cinque minuti, il processo Salvini scatena il pubblico

Le centinaia di messaggi e chiamate, dagli alleati sovranisti Orban e Le Pen ma pure da «politici di sinistra». L'accelerazione sulla riforma della giustizia: «Separare le carriere, da ieri, è ancora più urgente». (ilgazzettino.it)

Il vicepremier e ministro Matteo Salvini durante in un punto stampa a Milano risponde a una domanda sul suo possibile ritorno al Viminale dopo l'assoluzione al processo Open Arms partendo di qui. (la Repubblica)

CHI SALE (Cinque minuti) Il processo Open Arms non è un evento giudiziario qualsiasi. A differenza di decine di procedimenti contro politici che lasciano più o meno indifferente l’opinione pubblica, il caso del presunto sequestro di 147 migranti avvenuto nell’agosto 2019 aveva tutte le caratteristiche per diventare il terreno per una radicale contrapposizione ideologica del pubblico. (Liberoquotidiano.it)