Papà Gino assiste attonito alla confessione. "Abbiamo capito chi è, ora è chiarissimo"

Papà Gino assiste attonito alla confessione. Abbiamo capito chi è, ora è chiarissimo
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il Giornale INTERNO

Sguardo fisso, palpebre immobili, muscoli del viso tesi. Neppure il primo incontro tra Filippo Turetta e Gino Cecchettin dopo l'assassinio di Giulia ha scalfito l'aspetto cristallizzato di un padre che in aula ha ascoltato gli ultimi momenti della vita della figlia dalla bocca del suo assassino. Il 54enne, che nell'anno più lungo della sua esistenza è riuscito a mettere da parte l'odio per impegnarsi nella lotta alla violenza di genere, non si è fatto travolgere dall'onda di sentimenti contrastanti ed è rimasto lo stesso di sempre. (il Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

Venerdì era in aula a seguire l’interrogatorio di Filippo Turetta e ha letto il suo memoriale. È insicuro, egocentrico, mancante di empatia. (Corriere della Sera)

"Anche il memoriale che doveva essere un gesto di trasparenza - ha sottolineato l'avvocato Stefano Tigani - è stato imbarazzante. I legali della famiglia Cecchettin sostengono che da parte di Turetta non vi sia stato alcun pentimento per il femminicidio dell'ex fidanzata 22enne. (Fanpage.it)

Ci saranno almeno tra le 15mila e le 20mila foto nella galleria del mio cellulare». Un segno di un legame che non aveva voluto fosse spezzato, o forse un altro elemento di quella sensazione di «possesso» legata a una visione patriarcale. (ilmessaggero.it)

Filippo Turetta: “Ho 20 mila foto di Giulia nel telefono, ogni volta che ci vedevamo le scattavo”

Le telefoniamo dopo l’udienza che ha visto Turetta a testimoni… Ne è convinta Ameya Gabriella Canovi, psicologa con un dottorato di ricerca nell’ambito dello studio delle emozioni e della psicologia dell’educazione alle spalle. (La Nuova Venezia)

“Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. (Fanpage.it)

Un segno di un legame che non aveva voluto fosse spezzato, o forse un altro elemento di quella sensazione di «possesso» legata a una visione patriarcale. Mi piaceva farlo ed era un'abitudine. (La Stampa)