Affitti brevi, cosa cambia dal primo gennaio: tassazione, CIN e identificazione
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Dal primo gennaio 2025 entrano in vigore le nuove norme sugli affitti brevi. Ecco tutto ciò che cambia dal Cin (Codice identificativo nazionale, al ceck in da remoto passando per la nuova tassazione. Nuova tassazione affitti brevi Nell’ambito degli affitti brevi sono numerosi i tentativi di evasione fiscale e proprio per questo vi è stata una stretta con l’identificazione di nuove norme che dovrebbero rendere più difficile non dichiarare le entrate al Fisco. (Infoiva)
Su altre fonti
A partire dal 1° gennaio 2025, il Codice Identificativo Nazionale (CIN) diventerà obbligatorio per tutti i titolari di strutture ricettive e unità immobiliari destinate a locazioni brevi o finalità turistiche. (Fiscoetasse)
A partire dal 1° gennaio gli immobili destinati all’affitto a breve termine dovranno obbligatoriamente esporre il cosiddetto Cin ovvero il Codice identificativo nazionale, chi non lo avrà richiesto o utilizzato sarà soggetto a sanzioni e rischierà multe fra gli 800 e gli 8.000 euro, per il negato possesso o utilizzo, e fra i 500 e i 5.000 euro, invece, per la mancata esposizione negli annunci o all’esterno. (Italia Oggi)
Gli uffici comunali, infatti, in risposta al bando dell’Arsial, hanno presentato un progetto che è stato approvato, entrando nella relativa graduatoria per l’erogazione del contributo. (Frosinone News)
Al tavolo erano presenti diverse associazioni del settore, tra cui: FIAIP, CONFASSOCIAZIONI Real Estate, PRO.LOCA.TUR e Property Managers Italia. Al centro della discussione, l’applicazione delle tecnologie per il riconoscimento da remoto degli ospiti delle strutture ricettive, in ottemperanza all’art. (Immobiliare.it)
A livello nazionale il dato è fermo al 76%, leggermente peggiore. Due proprietari di strutture ricettive e di appartamenti dati in affitto breve su dieci, in provincia di Venezia, sono ancora sprovvisti di Codice identificativo nazionale quando mancano solo quattro giorni per mettersi in regola. (La Nuova Venezia)
Rossella Macchia, proprietaria di Maca house, nel rifiorito quartiere Madonnella, per esempio, è fortemente critica e spiega di non essere d’accordo, spiegando che, a parer suo «si torna indietro di decenni nel campo del turismo». (La Gazzetta del Mezzogiorno)