Un Mondiale chiuso in bellezza ma con un velo di tristezza

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RSI.ch Informazione SPORT

Il Mondiale di Zurigo è finito con il tripudio della Nazionale slovena schierata appena dopo il traguardo ad accogliere a braccia aperte un immenso Tadej Pogacar sorridente, conscio di aver fatto un’impresa storica. L’ultima giornata è stata un inno al ciclismo e allo sport, perché a far festa sono state, come da tradizione nel mondo delle due ruote, tutte le nazionalità, mescolate lungo il tracciato a incitare indistintamente tutti i corridori tra un brindisi, uno spuntino e un ballo nonostante la maggior parte dei presenti non abbia visto il proprio beniamino trionfare. (RSI.ch Informazione)

Su altre fonti

In questi anni gli hanno raccontato di Merckx che ha vinto questo e quello, una volta due tre o quattro, la Sanremo persino sette volte. E poi le fughe da lontano e poi di Giro Tour e il mondiale vinto nello stesso anno e lui, il bimbo sloveno, che ha compiuto il 21 settembre scorso 26 anni, ha preso nota e anno dopo anno ha cominciato a stabilire record uno via l'altro ad una condizione: che non si facciano paragoni con Eddy Merckx, perché «io sono Tadej Pogacar, sono solo io». (il Giornale)

L’attacco che ha portato Tadej Pogačar a vincere il campionato del mondo di Zurigo e a indossare la maglia iridata – la più suggestiva, forse, nel policromo mondo delle gare ciclistiche – è iniziato presto, a 100 chilometri dal traguardo, anticipando ogni fantasia e sorprendendo un po’ tutti. (il Dolomiti)

A Zurigo Pogacar ha incantato tutti, cogliendo il 23. Un’impresa epica che rimarrà nella storia non solo del ciclismo ma dello sport in generale. (Gazzetta del Sud)

Pogacar e il gusto dell'impresa: da Adorni a Remco e Van der Poel, quando il Mondiale arriva in fuga

Con un volo lungo 100 chilometri Tadej Pogacar è salito sul tetto del mondo e per un anno sarà lui ad indossare la maglia bianca con l’arcobaleno sul petto. I suoi avversari lo hanno preso per un attacco suicida, come quello di un kamikaze, mentre lui pensava di aver fatto solo... (TUTTOBICIWEB.it)

Con questo successo eguaglia l'impresa del 'Cannibale' Eddy Merckx (1974) e dell'irlandese Stephen Roche (1987), capaci di vincere nello stesso anno Giro d'Italia, Tour de France e, appunto, il Mondiale. (L'HuffPost)

Negli ultimi anni il Mondiale si vince così: in solitaria. È una modalità che sta prendendo sempre più piede, come vedremo in questa carrellata. (La Gazzetta dello Sport)