Analisi Tecnica: indice FTSE MIB del 14/03/2025
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Chiusura del 14 marzo giornata per il principale indice della Borsa di Milano, che mette a segno un rialzo dell'1,73%. Il quadro tecnico di breve periodo del FTSE MIB mostra un'accelerazione al rialzo della curva con target individuato a 38.974. Rischio di discesa fino a 38.017 che non pregiudicherà la buona salute del trend corrente ma che rappresenta una correzione temporanea. Le attese sono per un'estensione della trendline rialzista verso quota 39.931. (LA STAMPA Finanza)
Su altre fonti
Il Ftse Mib future (scadenza marzo 2025) si è infatti appoggiato ai 38.600 punti ed è rimbalzato con una certa decisione fino a quota 39.080. Nonostante questo recupero la situazione tecnica di breve periodo rimane ancora contrastata: soltanto il breakout della resistenza grafica posta in area 39.300-39.330 punti, infatti, potrebbe fornire un nuovo segnale rialzista di tipo direzionale e aprire ulteriori spazi di crescita. (Milano Finanza)
Nel settore finanziario Intesa +1,5%, Unicredit +2,32%, Popolare di Sondrio +2,22% dopo la presentazione del nuovo piano industriale 2025-2027, battezzato “avanti a modo nostro”. Tra gli industriali in calo Leonardo a -3,5% all’indomani della presentazione del piano industriale. (EOS Sistemi avanzati scrl)
Borse europee attese acute in avvio di seduta (-0,07% il future sull’Eurostoxx50). Per Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, lascerà invariati i tassi. (Milano Finanza)
Il Ftse Mib future (scadenza marzo 2025) si è infatti appoggiato a quota 37.800 ed è risalito verso i 38.200 punti. Il quadro tecnico di breve periodo rimane ancora contrastato: prima di poter iniziare un nuovo movimento rialzista di una certa consistenza sarà pertanto necessaria un’adeguata fase riaccumulativa. (Milano Finanza)
Volatilità ancora protagonista sui mercati finanziari. (Borse.it)
Titoli industriali, costruzioni, materie prime e banche sono stati tra i peggiori. Ma a pagare lo scotto maggiore sono i tecnologici, in scia al tonfo del Nasdaq (-3,5%) e di Tesla (-10%), dopo le vendite in Cina dimezzate a febbraio. (Il Sole 24 ORE)