ll dopo Fitto: quattro (buone) cartoline dalla nuova Ue
Articolo Precedente
Articolo Successivo
– C’è più di un motivo per rallegrarsi di quanto accaduto mercoledì a Bruxelles, e guardare con minor pessimismo alle sorti della Ue. Il primo è la nomina di Raffaele Fitto, uno dei migliori elementi in circolazione nel non altrettanto nutrito panorama politico italiano: competente, rispettato, europeista, un democristiano che avrebbe potuto tranquillamente militare nel medesimo partito di Paolo Gentiloni (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altri media
Un ruolo che il Pd non era riuscito a scucire nella passata legislatura neppure per il suo commissario, Paolo Gentiloni, a riprova del ruolo di maggiore incisività che l'Italia sta giocando a livello europeo con il governo Meloni. (Italia Oggi)
Più Italia in Europa. Ricordiamo tutti la litania a redazioni semi-unificate, no? Quella per cui l’Italia sarebbe finita «in serie B», «isolata» a livello internazionale a causa del governo di destra e della sua agenda euro-realista? È vero l’esatto contrario. (Secolo d'Italia)
Che non sembrano però essere stati sufficienti al Governo italiano per definire il nuovo assetto di comando su tutte le deleghe fin qui assegnate a Raffaele Fitto. Un portafoglio ampio che ha il proprio cuore nel Pnrr, ma si estende a Politiche di coesione, Sud e Affari europei. (NT+ Enti Locali & Edilizia)
Nicola Procaccini, eurodeputato e presidente del gruppo Conservatori (Ecr): perché il sì a Fitto nella notte? «Era andato tutto liscio. Poi si è scatenata la bagarre sulla lettera di supporto alla Ribera. (Corriere della Sera)
Meloni, Mattarella, Fitto: ruota attorno a questo triangolo il successo della missione italiana a Bruxelles. Con la prima si è creato negli anni un rapporto strettissimo, con il secondo c’è una storia ereditata dal padre e radicata nel tempo. (Corriere Roma)
Discussione che potrebbe essere frustrata da Meloni mediante una distribuzione di deleghe piuttosto che un problematico minirimpasto, tutte cose che stanno facendo salire la tensione dalle parti di Forza Italia e Lega. (L'Eco di Bergamo)