Due metri di neve in Val Padana, un metro di neve su Roma: ecco come e quando. Inverno 2024-2025
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Il rallentamento della circolazione termoalina nell’Oceano Atlantico settentrionale, noto come Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), è attualmente al centro delle preoccupazioni degli scienziati, in quanto potrebbe generare effetti climatici estremi in tutto il mondo. L’AMOC è un sistema complesso di correnti oceaniche, tra cui spicca la Corrente del Golfo, responsabile del trasporto di calore dai tropici verso l’Europa e le coste degli Stati Uniti orientali. (Tempo Italia)
La notizia riportata su altri media
Con l’arrivo dell’inverno 2024 gli esperti del clima ritengono che il continente possa finire nella morsa di temperature molto rigide e sotto precipitazioni nevose più abbondanti del solito a causa di un fenomeno monitorato con molta attenzione: il rallentamento del cosiddetto Amoc (Atlantic Meridional Overturning Circulation), il sistema di circolazione delle correnti oceaniche che concorre a mantenere le temperature miti in particolare nei Paesi del Nord del mondo. (Virgilio Notizie)
Questo evento, ricordato come uno dei fenomeni di freddo estremo più intensi del dopoguerra, colpì in particolare il Nord Italia e le zone interne del Centro Italia, con temperature che precipitarono fino a -30°C in alcune aree della Valle Padana e -23°C a Firenze. (Meteo Giornale)
Questa figura anticiclonica garantirà per molti giorni una situazione di generale stabilità atmosferica, caratterizzata da temperature complessivamente miti. L’Italia si trova nel pieno dominio di un vasto campo di alta pressione, che si estende con solidità su gran parte del bacino euro-mediterraneo. (Meteo Italia)
Quest’anno, infatti, l’attività di La Niña ha portato a un notevole raffreddamento delle acque del Pacifico tropicale, un elemento che, come suggeriscono i meteorologi, può riflettersi sull’Europa in vari modi, intensificando l’incidenza di fenomeni freddi e perturbazioni nevose. (Meteo Giornale)
Il freddo potrebbe essere affidato ad irruzioni da nord, nei momenti in cui l’anticiclone dovesse ritirarsi ad ovest, come viene visto a tratti soprattutto tra dicembre ed inizio gennaio: questi affondi settentrionali andrebbero a colpire in prevalenza il versante adriatico e il meridione, lasciando sottovento la catena alpina (salvo le zone di confine) e il versante tirrenico: In questo modo interverrebbero comunque nevicate a quote basse lungo la dorsale appenninica dall’Abruzzo al settore calabrese. (MeteoLive.it)
L’estensione della neve autunnale nell’emisfero settentrionale si è rivelata un indicatore capace di influenzare la stabilità del vortice polare, la vasta area di bassa pressione che sovrasta il Polo Nord e che governa gran parte della circolazione atmosferica invernale. (Meteo Giornale)