Desertificazione commerciale: Prato in negativo, ma è la migliore in Toscana

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Altri articoli:
LA NAZIONE ECONOMIA

) ha perso il 15,6% dei suoi negozi, ma pur essendo negativo il dato risulta il migliore a livello regionale. È quanto emerge dall’ultima ricerca diffusa dall’Ufficio Studi di Confcommercio nazionale, che mette in luce una condizione di diffusa difficoltà. Prato è quindi la città che ha resistito maggiormente. Guardando alle altre città, la classifica regionale vede Pistoia all’ultimo posto (29,9%), seguita da Livorno (-28,5%), Arezzo (-26,2%), Massa (-25,8%), Lucca e Grosseto (-24,3%), Firenze (-23,1%), Pisa (-22,5%), Siena (-21,8%). (LA NAZIONE)

Su altre testate

Buone per un regista che sceglie Pisa per girare un film dalle tinte rétro. Qua e là nel centro storico ci sono ancora le vecchie insegne mai sostituite. (LA NAZIONE)

Secondo un'analisi di Confcommercio, negli ultimi dodici anni il commercio al dettaglio ha subito un colpo devastante, con la chiusura di quasi 118.000 negozi e 23.000 attività ambulanti. Le città italiane stanno affrontando una crisi silenziosa ma inesorabile: la desertificazione urbana. (ChietiToday)

Di Mario Ferrari PISA Secondo il report di Confcommercio, Pisa ha perso dal 2012 mediamente 22 negozi l’anno. Ma come invertire questa tendenza? Per l’imprenditore Alessandro Trolese la priorità è "la sicurezza, una vera e propria emergenza giornaliera. (LA NAZIONE)

Ma non ci si può arrendere. I dati preoccupano: 109 attività che hanno abbassato le saracinesche nel capoluogo polesano dal 2019 al 2024, a ritmo di 22 all’anno, sono il risultato di quello che le associazioni di categoria locali denunciano e lamentano da anni oramai. (La Voce di Rovigo)

In particolare, l’emorragia fra 2019 e 2024 ha colpito il centro storico, con 68 attività che hanno chiuso i battenti e con il il totale passato da 461 ad appena 393, ben il -15%, mentre 41 sono le attività che si sono perse in un lustro nel resto del territorio del capoluogo, scese da 350 a 309, con un -11,71%. (La Voce di Rovigo)

“E’ indubbiamente preoccupante vedere tante attività chiudere e numerose famiglie trovarsi in difficoltà economica - premette la signora Lucia - Si parla spesso delle cause di questa crisi, attribuendola alla carenza di parcheggi nei centri storici, alla burocrazia complessa e ai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori, sempre meno inclini a frequentare i negozi di prossimità. (La Voce di Rovigo)