Siria nel caos, avanzano i ribelli jihadisti
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Siria nel caos, avanzano i ribelli jihadisti In Siria avanzano i ribelli jihadisti. Gli islamisti ormai alle porte della città di Hama mentre il presidente Bashar Al Assad lancia la controffensiva per liberare Aleppo. Servizio di Alessio Orlandi Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
Se ne è parlato anche su altri media
I ribelli che si oppongono al regime di Assad hanno preso il controllo dell'aeroporto militare di al-Nayrab ad Aleppo, in Siria. I gruppi armati, che dal 27 novembre si scontrano con le forze del regime nel nord del paese, continuano ad avanzare a est e sud-est di Idlib. (La Stampa)
Questa mossa, che viola apertamente gli accordi di Astana, non è solo un attacco alla sovranità siriana, ma anche un colpo alla speranza di milioni di civili intrappolati in un conflitto senza fine. Le fazioni estremiste legate ad Al-Qaeda, armate e sostenute dalla Turchia, hanno preso il controllo della città e delle campagne circostanti, segnando un nuovo capitolo nella progressiva occupazione turca del nord della Siria. (L'HuffPost)
Non è stata confermata l’identità degli obiettivi, ma secondo il portavoce Pat Ryder "la zona è nota per la presenza di contingenti filo iraniani”. Nel mirino dei contingenti statunitensi: tre lanciarazzi multipli montati su camion, un carro armato T-64, un veicolo corazzato per il trasporto di truppe e mortai. (Il Giornale d'Italia)
Mentre si registrano già 600 vittime nei combattimenti. Contemporaneamente intorno al regime di Assad si muovono più o meno indirettamente Turchia, che appoggia i ribelli, e Russia, tradizionale alleato della Siria (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Roma, 3 dic. - Dopo aver conquistato ampie zone del Nord, i ribelli guidati dagli islamisti sono avanzati verso la quarta città della Siria, Hama. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani hanno preso il controllo di diverse località della provincia dopo violenti scontri con le forze siriane. (Il Sole 24 ORE)
Sono gli ultimi giorni di dicembre 2016 e Damasco è fredda, forse più del solito. Perché qui, in quello che rimane della capitale, non importa a quale religione tu appartenga. (il Giornale)